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Venerdì, 19 Aprile 2024
Attualità Carenno

La7 a Carenno per raccontare l'appello e la sofferenza di monsignor Angelo Riva

«In quelle bare portate via dall'esercito c'era anche mio papà, dopo il Covid non l'ho più visto. Chiedo ai fedeli di aspettate ancora un po' di tempo prima di tornare a messa, prima la salute»

Il suo appello per aspettare ancora un po' di tempo prima di tornare a messa e la sua storia di sofferenza per la perdita del papà e del suo vicario a causa del Covid sta facendo il giro d'Italia. E sta commuovendo molte persone. Oggi anche le telecamere di La7 hanno raggiunto Carenno per intervistare monsignor Angelo Riva, in paese a tutti noto semplicemente come don Angelo. Ieri il sacerdote della valle San Martino ha scritto una lettera aperta ai fedeli delle sue parrocchie (oltre a Carenno anche Lorentino e Sopracornola nella vicina Calolzio) per chiedere di usare prudenza in vista della riapertura delle chiese al pubblico per le celebrazioni, prevista a partire da lunedì 18 maggio in base all'accordo tra Cei e Governo. In quella lettera il sacerdote ha raccontato tutto il proprio dolore per la perdita del papà Mario, per la scomparsa di don Adriano Locatelli, per la sofferenza di tanti compaesani e conoscenti ammalatisi, per il ricovero della mamma in ospedale alla quale va ora la sua attenzione nella speranza di una pronta guarigione.

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Carenno e la vicina provincia di Bergamo sono state infatti duramente colpite dal Covid e per questo don Angelo ha detto a tutti: «Meglio aspettare, meglio non venire subito a messa, seguitela a casa via Facebook. Vediamo come si evolverà la situazione, rinviando almeno all'inizio dell'estate il ritorno alle celebrazioni pubbliche. Occorre mettere al primo posto salute e sicurezza». La notizia riportata ieri anche da Lecco Today è stata oggi ripresa da diversi organi di informazione nazionali, tra cui il telegiornale di La7 al quale don Angelo ha ribadito: «Mi capita in questi giorni di piangere il dolore che ho dentro. Mi consolo con la vicinanza di tante persone e con la preghiera». In tanti in paese - abitato da circa 1.500 persone - approvano la sua scelta di cautela e prudenza: «Non chiudo certo le chiese, celebrerò messa, ma ora è meglio non venire di persona, seguitele da casa. Poi, quando tutto sarà finito e saremo più sicuri ci rivedremo a messa. Tutto questo mi manca, ma adesso è ancora presto».

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Infine un passaggio ancora più toccante: «Quando penso a mio papà che non ho più visto, e a quando ho visto l'esercito con quei carri e le bare uscire da Bergamo sapendo che lì c'era anche papà... potete immaginare il dolore... Per questo dico che anche un prete, anche un vescovo, un uomo di chiesa deve essere attento a queste cose. Non preoccuparsi troppo di tornare a riaprire le chiese per le celebrazioni. Poi sono il primo a non vedere l'ora di riaprire la mia chiesa e di avere qui la gente per celebrare insieme, tutti desideriamo fare comunità. Però adesso è bene aspettare ancora un po'».

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