rotate-mobile
Attualità

Coronavirus, Conte: «Aprire tutto subito da irresponsabili. Piani ad hoc per le Regioni»

In un post sul proprio profilo Facebook, il premier ha spiegato alla popolazione il suo punto di vista sulla riapertura, mettendo in chiaro che prima di tutto viene «la salute dei cittadini»

«Non possiamo riaprire tutto e subito». Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha lanciato martedì mattina il suo personalissimo cronoprogramma della Fase 2 della lotta al Coronavirus. In un lungo post sul proprio profilo Facebook, il premier ha spiegato alla popolazione il suo punto di vista sulla riapertura, mettendo in chiaro che prima di tutto viene «la salute dei cittadini». Motivo per cui non ci sarà nessuna scelta di pancia, perché «sarebbe irresponsabile».

Lombardia, Regione annuncia: «Quindici milioni e mezzo al Lecchese per opere immediatamente cantierabili»

«Come già sapete, le attuali misure restrittive sono state prorogate sino al 3 maggio. Molti cittadini sono stanchi degli sforzi sin qui compiuti e vorrebbero un significativo allentamento di queste misure o, addirittura, la loro totale abolizione. Vi sono poi le esigenze delle imprese e delle attività commerciali di ripartire al più presto. Mi piacerebbe poter dire: riapriamo tutto. Subito. Ripartiamo domattina - ha detto Conte - Questo Governo ha messo al primo posto la tutela della salute dei cittadini, ma certo non è affatto insensibile all'obiettivo di preservare l'efficienza del sistema produttivo. Ma una decisione del genere sarebbe irresponsabile. Farebbe risalire la curva del contagio in modo incontrollato e vanificherebbe tutti gli sforzi che abbiamo fatto sin qui. Tutti insieme».

Nella riapertura c'è il rischio di aumentare i contagi

«In questa fase non possiamo permetterci di agire affidandoci all'improvvisazione - ha proseguito Conte - Non possiamo abbandonare la linea della massima cautela, anche nella prospettiva della ripartenza. Non possiamo affidarci a decisioni estemporanee pur di assecondare una parte dell'opinione pubblica o di soddisfare le richieste di alcune categorie produttive, di singole aziende o di specifiche Regioni. L'allentamento delle misure deve avvenire sulla base di un piano ben strutturato e articolato. Dobbiamo riaprire sulla base di un programma che prenda in considerazione tutti i dettagli e incroci tutti i dati. Un programma serio, scientifico. Non possiamo permetterci di tralasciare nessun particolare, perché l'allentamento porta con sé il rischio concreto di un deciso innalzamento della curva dei contagi e - ha evidenziato il premier - dobbiamo essere preparati a contenere questa risalita ai minimi livelli, in modo che il rischio del contagio risulti "tollerabile" soprattutto in considerazione della recettività delle nostre strutture ospedaliere».

«Vi faccio un esempio. Non possiamo limitarci a pretendere, da parte della singola impresa, il rispetto del protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro che pure abbiamo predisposto per questa epidemia. Dobbiamo valutare anche i flussi dei lavoratori che la riapertura di questa impresa genera. Le percentuali di chi usa i mezzi pubblici, i mezzi privati, in quali orari, con quale densità. Come possiamo garantire all'interno dei mezzi di trasporto la distanza sociale? - ha simbolicamente chiesto il presidente del consiglio - Come possiamo evitare che si creino sovraffollamenti, le famose ore di punta? Come favorire il ricorso a modalità di trasporto alternative e decongestionanti?». 

Unità nazionale, sensibilità regionali

Il premier si appella all'unità nazionale, con un occhio però alle singole situazioni. «Questo programma deve avere un'impronta nazionale, perché deve offrire una riorganizzazione delle modalità di espletamento delle prestazioni lavorative, un ripensamento delle modalità di trasporto, nuove regole per le attività commerciali. Dobbiamo agire sulla base di un programma nazionale, che tenga però conto delle peculiarità territoriali - l'idea di Conte - Perché le caratteristiche e le modalità del trasporto in Basilicata non solo le stesse che in Lombardia. Come pure la recettività delle strutture ospedaliere cambia da Regione a Regione e deve essere costantemente commisurata al numero dei contagiati e dei pazienti di Covid-19».

Coronavirus, Gallera: «Il 4 maggio riapriremo solo nella massima sicurezza, altrimenti no»

«È fin troppo facile dire "apriamo tutto". Ma i buoni propositi vanno tradotti nella realtà, nella realtà del nostro Paese, tenendo conto di tutte le nostre potenzialità, ma anche dei limiti attuali che ben conosciamo - ha ammonito il premier - Nei prossimi giorni analizzeremo a fondo questo piano di riapertura e ne approfondiremo tutti i dettagli. Alla fine, ci assumeremo la responsabilità delle decisioni, che spettano al Governo e che non possono essere certo demandate agli esperti, che pure ci offrono una preziosa base di valutazione. Assumeremo le decisioni che spettano alla politica come abbiamo sempre fatto: con coraggio, lucidità, determinazione. Nell'esclusivo interesse di tutto il Paese. Nell'interesse dei cittadini del Nord, del Centro, del Sud e delle Isole. Non permetterò mai che si creino divisioni. Dobbiamo marciare uniti e mantenere alto lo spirito di comunità. È questa la nostra forza. E smettiamola di essere severi con il nostro Paese. Tutto il mondo è in difficoltà. Possiamo essere fieri di come stiamo affrontando questa durissima prova. Prima della fine di questa settimana confido di comunicarvi questo piano e di illustrarvi i dettagli di questo articolato programma. Una previsione ragionevole - ha concluso - è che lo applicheremo a partire dal prossimo 4 maggio».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Coronavirus, Conte: «Aprire tutto subito da irresponsabili. Piani ad hoc per le Regioni»

LeccoToday è in caricamento