Lettera aperta agli operatori sanitari: «Grazie. Diteci come possiamo aiutarvi»
Sette donne hanno scritto una breve lettera di ringraziamento diretta a chi sta affrontando l'emergenza in prima linea: «Siete guerrieri»
Solo per dire grazie. A voi che lavorate per noi tutti e lo fate in condizioni straordinarie, talvolta drammatiche. Con competenza e con la capacità di accogliere, spiegare, rassicurare, nonostante la stanchezza, i turni, i tempi che conoscono sempre meno pause, ristoro.
Grazie per le ore in cui le protezioni che indossate pesano, e le mascherine privano dell’aria. Per le molte ore che avete trascorso, indifesi, in prima linea, quando la situazione non era ancora così grave: ed eravate in pronto soccorso, in ospedale, negli ambulatori o nel territorio, come i medici di base.
Grazie perché fate per noi ben più del vostro dovere.
“Beato il popolo che non ha bisogno di eroi”, ma oggi abbiamo tutti bisogno di voi. E pensando al vostro impegno, guardando a fondo in quel che sta avvenendo, forse possiamo riconoscere la vulnerabilità come elemento che ci accomuna, e la dipendenza reciproca come relazione da cui apprendere. E trarne insegnamento, per l’oggi e per il tempo a venire.
Ci piacerebbe poter fare qualcosa che vi faccia sentire che ci siete cari, che vi siamo riconoscenti. Anche piccole cose, che possano agevolarvi, o esservi gradite. Oltre, naturalmente, al prenderci cura di noi e di voi rispettando le prescrizioni che ci vengono date e invitando tutti a farlo. Se è possibile, diteci.
Una vostra collega, in questi giorni, vi ha rivolto un saluto, chiamandovi “guerrieri”. Ecco, sì, guerrieri: di luce, anche.
Buon lavoro, con affetto.
12 marzo 2020
Silvia Airoldi
Miriam Arcelli
Mariacarla Castagna
Rosangela Granata
Monica Panza
Adriana Redaelli
Rosalba Staglianò
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