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Contrordine da Roma: tampone obbligatorio per chi torna dalla Cina

La disposizione è del ministro della Salute, Orazio Schillaci, e viene accolta positivamente dalla Lombardia

Il governo va in controtendenza rispetto alla Lombardia. Da Roma è arrivata la decisione di rendere obbligatorio il tampone per chi arriva dalla Cina, mentre la Regione, giusto fino a poche ore fa, aveva optato per la scelta facoltativa. Nel tardo pomeriggio di mercoledì il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha firmato l'ordinanza che va in una direzione approvata dallo stesso Palazzo milanese, ma non mancano le polemiche mosse dagli avversari politici. 

Fontana: “Soddisfazione per l'ordinanza”

“Accogliamo con soddisfazione l'ordinanza con la quale il ministro Schillaci ha disposto l'obbligo di tampone per i passeggeri dei voli che arrivano dalla Cina. Già prima di Natale, dopo alcuni alert ricevuti sulla nuova ondata Covid che sta colpendo la Cina, ci siamo mossi tempestivamente, attivando nello scalo di Malpensa un'attività di controllo sui passeggeri provenienti dal Paese asiatico”: così il presidente regionale Attilio Fontana.

“È fondamentale capire - ha proseguito il governatore - se siamo di fronte a qualche nuova variante di Covid per la quale non siamo protetti. Domani avremo i risultati del sequenziamento, grazie al quale non solo l'Italia, ma tutto il resto del mondo, potrà avere un'idea più precisa di ciò che sta accadendo in Cina e adottare i provvedimenti più appropriati. La differenza tra chi fa campagna elettorale, accendendo polemiche pretestuose, e chi lavora per il bene dei lombardi è tutta qui: loro parlano, noi facciamo”.

Bertolaso: “Decisione giusta”

“Non possiamo che valutare positivamente la decisione del ministro Schillaci. Un'iniziativa che va nella direzione della tutela della salute dei cittadini e che ci permetterà di monitorare e comprendere quella che è realmente l'evoluzione della situazione Covid a fronte delle notizie che giungono dalla Cina”, gli ha fatto eco Guido Bertolaso, assessore regionale al Welfare.

“Per primi, a livello mondiale - ha proseguito Bertolaso - avevamo intrapreso questa iniziativa, realizzando tamponi all'aeroporto di Malpensa, proprio con l'obiettivo di non sottovalutare le notizie che giungevano dalla Cina. In tal senso mi ero confrontato personalmente, a nome del presidente Fontana, con il ministro Schillaci per condividere con lui questo tipo di attività. Quello che si è verificato può essere sintetizzato con la definizione gioco di squadra”. “I primi dati che abbiamo diffuso mercoledì, con quasi il 50% dei passeggeri provenienti dalla Cina risultati positivi - ha concluso l'assessore - impongono la necessaria attenzione e bene ha fatto il ministro a rendere obbligatorio questo tipo di verifica”.

Palmeri: “Lombardia, perchè no?”

“Appresa l'elevata percentuale di positivi ai tamponi - definiti dalla Regione a pagamento e non obbligatori - tra i passeggeri arrivati a Malpensa dalla Cina, per prima Letizia Moratti e poi in tanti con lei, inclusi i presidenti di diverse Regioni italiane, hanno chiesto un intervento per disporre l'obbligatorietà del test. La successiva decisione del governo in tal senso è stata quindi apprezzata, perché coerente con la necessità di non abbassare la guardia sul Covid-19, in particolare per le prime evidenze che si riferiscono a un'ondata epidemica in corso. Stupisce allora che con quei numeri consistenti, proprio da parte di Regione Lombardia la posizione non sia stata subito in quella direzione, tenendo anche conto che la Regione Campania ha nel frattempo emanato una specifica ordinanza per disporre maggiori controlli e monitoraggio per chi sbarca dalla Cina all'aeroporto di Napoli Capodichino, anche tramite scali nazionali”.

Sono le parole del consigliere regionale Manfredi Palmeri, capogruppo a Palazzo Pirelli e in cima alla lista Letizia Moratti Presidente in vista delle prossime elezioni regionali, aggiungendo: “Abbiamo sentito solo dei dati del 26 dicembre e aspettiamo quelli dei giorni successivi, nonché per tutti i risultati dei sequenziamenti con l'indicazione della variante. Non comprendiamo anche in questo caso perché da Regione Lombardia sia arrivata l'indicazione che con certezza se si trattasse di Omicron basterebbe prenderne atto, senza che occorra nessun provvedimento più stringente, quando i sospetti degli scienziati sono rivolti proprio a sottovarianti dell'ormai vastissima famiglia di Omicron. Questo a partire da Gryphon, che secondo alcuni è il fattore che ha prodotto il recente aumento dei ricoveri negli Usa e in particolare a New York. Di fronte ad alcune posizioni no vax a cui qualcuno ammicca, noi sosteniamo l'azione per la diffusione dei farmaci antivirali e la ricerca sulle varianti”.

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