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De Capitani scrive al ministro: «Servono misure più restrittive, stop alle uscite per sport»

Il sindaco De Capitani chiede alla Lamorgese un ulteriore giro di vite: «Noi sindaci in difficoltà, in troppi arrivano da fuori per passeggiare sul lungoadda»

Dopo il giro di vite con i controlli sia lungo la Provinciale sia in zona lungadda, ora il sindaco di Pescate scrive al ministro degli Interni per sollecitare misure più restrittive. Nella lettera indirizzata all'attenzione di Luciana Lamorgese, Dante De Capitani esprime la difficolà ravvisata da lui stesso e da altri sindaci nel convincere i cittadini di rimanere a casa, quando poi vedono arrivare pedoni e ciclisti da fuori per raggiungere lungoadda e zone montane.

Il primo cittadino di Pescate chiede quindi di vietare le pratiche sportive in questo periodo di emergenza contro il Coronavirus, appoggiando così - nel dibattivo apertosi a livello nazionale - la linea più rigorosa di chi chiede basta uscite per corse e sport.

Al Ministro dell’Interno Dott.ssa Luciana Lamorgese C/o Palazzo del Viminale - Roma caposegreteria.ministro@interno.it

Pescate 18 marzo 2020 Gentile signora Ministro

In considerazione della pandemia che ha colpito e sta colpendo tutto il Paese, Le esprimo le difficoltà di tanti sindaci nel tenere in casa i cittadini alla luce del fatto che il DPCM relativo consente che le persone possano uscire di casa per fare attività fisica e sportiva. Questo rende i nostri percorsi montani e le nostre ciclabili a lago e a fiume percorse da pedoni e ciclisti di ogni provenienza, che utilizzano impropriamente questa “necessita” non vietata ma che risulta a mio avviso pericolosa, in quanto nella fattispecie, incrociando persone su una ciclabile larga un paio di metri oppure su un sentiero, risulta impossibile mantenere le relative distanze di sicurezza. Ciò determina possibilità di contagio molto alte, perché nella pratica fisica e sportiva specialmente, fiatone, sudore e goccioline biologiche sono veicoli pericolosi di infezione.

Le chiedo quindi di intercedere nel Consiglio dei Ministri per far vietare queste pratiche in un provvedimento governativo che obblighi le persone che non hanno impellenti impegni di lavoro o di vere necessità a rimanere in casa.

La ringrazio anticipatamente nel frangente, e anche per aver riscontrato molto efficacemente la mia del 11 settembre 2019.

Cordialmente Dante De Capitani

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