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Domenica, 28 Aprile 2024
Attualità Varenna / località Fiumelatte

Fiumelatte: la comunità non dimentica l'eccidio alla Montagnetta

Si è svolta domenica la commemorazione dei sei partigiani lecchesi uccisi dai fascisti l'8 gennaio 1945. Presenti i vertici di Anpi e i sindaci del territorio

La memoria dell'eccidio alla Montagnetta di Fiumelatte continua a vivere nella testimonianza della comunità. Domenica mattina la celebrazione di ricordo dei sei partigiani di Lecco e del lago trucidati l'8 gennaio 1945 dalle Brigate nere è stata una celebrazione viva, un rito vissuto comunitariamente dalle numerose persone e autorità civili
che vi hanno partecipato.

L'eccidio accadde oggi, 79 anni fa: i fascisti delle Brigate nere di Colico simularono un attacco partigiano, smentito dalle relazioni ufficiali della stessa Guardia nazionale Repubblicana di Bellano. Morirono Carlo Rusconi, nato nel 1920 a Vendrogno; Ambrogio Inverni "Lupo", nato nel 1914 a Bellano; Domenico Pasut, nato nel 1922 a Mandello;
Giuseppe Maggi "Beppe", nato nel 1924 a Lecco; Virgilio Panieri "Ciccio", nato nel 1924 a Lecco; Carlo Bonacina, nato nel 1921 a Lecco.

Oltre a numerose cittadine e cittadini, nonché alle bandiere e ai labari della sezione Ana di Varenna e di numerose sezioni Anpi della provincia, domenica sono stati presenti i sindaci di Bellano Antonio Rusconi, di Mandello del Lario Riccardo Fasoli e di Varenna Mauro Manzoni.

Il presidente provinciale di Anpi Lecco, Enrico Avagnina, dopo aver dato la parola ai sindaci ha lasciato il posto al presidente della Sezione Lario Orientale di Anpi, Roberto Citterio, che ha ricordato quei tragici eventi e come la commemorazione ci faccia ripensare a quel triste periodo della nostra storia: "La dittatura fascista, basata sulla violenza e sulla repressione della libertà di opinione, la violenza che durante la guerra di Liberazione diventò ferocia nei confronti dei partigiani, ci faccia riflettere sul grande debito di riconoscenza che abbiamo nei confronti di chi ha sacrificato la propria vita per consentirci di vivere la nostra in una società libera".

L'omaggio ad Adriana Pasut

Quest'anno è stato aggiunto ai nomi dei fucilati quello di Adriana Pasut, sorella di Domenico, deceduta a Mandello del Lario nel settembre 2022 all'età di 98 anni, alla quale il Comune di Mandello, su proposta della locale sezione di Anpi, ha attribuito la civica benemerenza. Adriana ha rappresentato quella parte di popolazione che, pur senza imbracciare le armi, svolse un prezioso lavoro di supporto ai partigiani combattenti, nascondendoli e fornendo loro cibo e trasportando armi e messaggi. Un'attività poco visibile ma non per questo meno pericolosa e troppo spesso sottaciuta, soprattutto considerando che fu svolta in massima parte da donne che rischiarono non solo la vita ma anche l'oltraggio di ignobili violenze sessuali.

Citterio ha inoltre ricordato come commemorare significhi condividere una memoria. "Cosa condividiamo con questi patrioti? Sopra a tutto, condividiamo il loro lascito, cioè la Costituzione e la volontà di pace, costruita su un'Europa unità. Davanti a noi si è riaperto il conflitto tra le due anime dell'Europa politica moderna: quella dei nazionalismi col suo carico di odi, pregiudizi, muri; e quella dell'integrazione fondata sulla pace. Ora sembra che questa parola, pace, questo concetto, vengano associati a un cedimento politico, o peggio, etico e morale. Ma, senza la pace, nessuna rinascita è possibile".

"La memoria vive nel rito comunitario"

Questo l'intervento del sindaco di Varenna: "La memoria non è un monumento di bronzo, una lapide di marmo -ha spiegato Mauro Manzoni - ma vive nel rito comunitario di un popolo che in essa si riconosce. Una memoria che è innanzitutto conoscenza del passato, necessaria per trarre insegnamento e capire l'oggi; una memoria che è
testimonianza, cura, costanza e dedizione, che vanno di pari passo con la capacità della sua trasmissione alle nuove generazioni, per perpetuare i valori della Resistenza, successivamente messi per iscritto nella nostra Carta Costituzionale. L'impegno di oggi per ognuno di noi è consegnare ai giovani d'oggi la testimonianza di questa lotta dell'umano contro il disumano, di questi eventi atroci e spaventosi vissuti da altri, che siano sempre vivi nel risvegliare le coscienze di ciascuno contro l'insensatezza della guerra".

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