Frastuono lungo le strade e fiamme alte: sul lago si brucia il Ginèe
Il rito si è consumato ad Abbadia, Mandello, Lierna e nelle frazioni. Non sono mancati dolci e vin brulè
Vince la tradizione. Il mese di gennaio, e con questo i rigori dell'inverno (mentre le temperature massime sono attese a 16 gradi...), è andato in archivio e nei paesi del lago è stato celebrato l'antico rito del Ginèe (o Gineè, Ginè, Giubiana in Brianza). Cataste di legna e arbusti secchi sono stati bruciati in diversi paesi, spesso accompagnati da un fantoccio dato alle fiamme. I falò hanno così illuminato il buio della sera.
A Mandello il corteo ha sfilato per le vie del paese, "rumoroso" come sempre grazie alle tolle trascinate da grandi e piccini, per giungere alla foce del Meria dove è stato bruciato il fantoccio. Altri due falò sono stati accesi nelle frazioni di Somana, al campo sportivo, e a Olcio al parco della stazione.
Ad Abbadia Lariana il corteo si è invece concluso alla foce dello Zerbo in prossimità del Campeggio, dove è stato acceso il fuoco per bruciare il Ginèe. La tradizione si è consumata anche a Lierna nella frazione di Giussana.
In tutte le rappresentazioni la sicurezza è stata garantita dal vigilare di Polizia locale e Protezione civile, a maggior ragione in un periodo in cui il rischio di incendi boschivi è tornato alto. Ovunque non è mancata, per rendere ancora più interessante il momento, la distribuzione di dolci e vin brulè.