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Venerdì, 19 Aprile 2024
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«Aprire lo stato di agitazione del personale ospedaliero per rivendicare condizioni di lavoro dignitose»

Catello Tramparulo della Fp Cgil sulla situazione in Asst dopo l'emergenza Covid-19: «Chiediamo spiegazioni sulla sicurezza interna e e un piano di assunzioni vere»

Passata la buriana dell'emergenza Covid-19 che ha caratterizzato gli ultimi tre mesi, riparte la protesta del personale degli ospedali lecchesi.

«Le nostre rivendicazioni non passeranno in secondo piano, nonostante saranno distribuiti già nel mese di giugno importanti riconoscimenti economici (causa Covid-19) con la sottoscrizione degli accordi sottoscritti il 10 giugno tra la delegazione di parte pubblica Asst di Lecco e la Rsu con le organizzazioni sindacali - spiega Catello Tramparulo, segretario generale Fp Cgil Lecco - Per il personale della nostra Asst gli accordi prevedono: il riconoscimento di un "premio" attraverso l'individuazione di quattro fasce di coinvolgimento nella gestione diretta e indiretta nella cura del paziente Covid-19, il pagamento delle indennità di malattie infettive e terapia intensiva e le risorse aggiuntive regionali Rar».

Non è soltanto una questione economica, secondo i sindacati della Funzione pubblica. «Al giusto riconoscimento economico, purtroppo, non è seguita una corretta analisi di quanto è successo sotto il profilo della sicurezza e gestione del personale - prosegue Tramparulo - Gli ultimi dati Inail evidenziano che nel nostro territorio le lavoratrici e i lavoratori che hanno aperto una pratica di infortunio dal Covid-19 sono 600. Ricordiamo che i dipendenti dell'Azienda socio sanitaria territoriale contagiati sono 330, quindi il conto è presto fatto. Sono mesi che cerchiamo costantemente di porre al centro della discussione il tema della sicurezza, a partire dalle corrette procedure da mettere in campo per limitare al massimo la diffusione del contagio tra i dipendenti e l'utenza».

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Sul periodo più nero dell'emergenza Covid-19 nelle strutture ospedaliere permane una nebbia abbastanza fitta. «Ancora oggi non è chiaro cosa sia successo in quelle terribili settimane, abbiamo chiesto come organizzazioni sindacali e Rsu di visionare il Dvr (documento di valutazione dei rischi). Quest'ultimo prevede il coinvolgimento dei rappresentati dei lavoratori della sicurezza (Rls). Ora, rispetto all'adozione di questo importante documento, abbiamo chiesto quando e in quali modalità è stato formalmente aggiornato il Dvr rispetto all'emergenza Covid-19».

«Quale organizzazione nella Fase 2?»

«Vogliamo capire il tipo di organizzazione che questa azienda intende assumere nella Fase 2, in particolare un'attenta ricognizione del personale. Ancora oggi molte lavoratrici e lavoratori sono stati spostati, messi in mobilità da un presidio all'altro senza una formale comunicazione. Restano molte incertezze sullo smaltimento delle ferie e delle ore recupero, ormai i dati sono fuori controllo. È necessario e urgente approntare un piano straordinario di assunzioni "vere", attraverso la stipula di contratti a tempo indeterminato. Purtroppo l'Asst di Lecco versava già in una condizione di sofferenza prima dell'emergenza Covid-19, tanto da costringere il sindacato a proclamare lo sciopero generale».

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«A questo si aggiunge una scarsa propensione da parte dell'Asst nel mantenere corrette relazioni sindacali: spesso le nostre richieste restano inevase o dimenticate, ponendo il sindacato e la Rsu in serie difficoltà. Per tali ragioni - conclude Catello Tramparulo - come Fp Cgil sosteniamo le decisioni assunte dalla rappresentanza sindacale unitaria Rsu, ovvero di aprire lo stato di agitazione di tutto il personale, per rivendicare condizioni di lavoro dignitose. Chiediamo con forza assunzioni subito: è urgente dare respiro alle lavoratrici e lavoratori, è altrettanto necessario chiarire la politica messa in campo dalla dirigenza dell'Asst di Lecco rispetto al tema degli appalti e al ricorso alle agenzie di somministrazione lavoro. Ancora oggi ci chiediamo che senso abbia appaltare alle cooperative sociali interi reparti di degenza, determinando tra l'altro una disparità di trattamento tra lavoratrici e lavoratori che svolgono lo stesso lavoro. È giunto il tempo che la più grande azienda del territorio che "produce salute" chiarisca quali azioni e con quali progetti intende migliorare la qualità dei servizi ai cittadini, come valorizzare il territorio. Dopo gli accordi economici riprende la protesta per i lavoratori e i cittadini».

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