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Merate, la lettera: «Via Verdi senza alberi? Come godere della libertà distruggendo la natura?»

La lettera di un lettore in merito alla paventata riduzione del "verde"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LeccoToday

Salve, sono venuto a sapere grazie alla lettura di un articolo del progetto della costruzione di un parcheggio in Via Verdi a Merate con il conseguente abbattimento di 20 alberi. Non sono di Merate e al momento non vivo in Italia ma ho letto i numerosi interventi della gente che è contraria a questo progetto. Vorrei ringraziare tutte queste persone che hanno preso parte all’opposizione dell’abbattimento degli alberi in questione perché mi hanno fatto vedere il problema da vicino e mi hanno convinto a unirmi a loro. Decido quindi di esporvi il mio pensiero e per cominciare voglio raccontarvi una storia.

Il 14 d’ottobre del 1957 forti piogge fecero esondare il fiume Turia che inondò gran parte de la città di Valencia in Spagna. Valencia subì gravi danni materiali, 5800 case furono distrutte lasciando 3500 famiglie senza case e 80 persone morirono. Non era la prima volta che Valencia subiva delle inondazioni e allagamenti ma un’alluvione di simili proporzioni fu la molla che fece scattare la decisione del governo: il corso del fiume deve essere deviato per rendere sicure le zone abitate. Ma questa prima idea si trasformò in un piano molto più ambizioso, costruire un’autostrada larga 8 metri proprio sopra il letto del fiume che avrebbe collegato il mediterraneo a Madrid. Immediatamente si sollevarono polemiche e voci critiche verso il progetto. La popolazione valenciana rivendica spazi verdi, spazi sociali e non altro traffico, altro inquinamento proprio al lato del cuore della città.

Giornalisti, architetti, studenti, commercianti, e semplici cittadini si riunirono in un comitato civico per contrastare il progetto. Nel 1969, grazie anche a la caduta della dittatura, il piano regolativo del Turia passò interamente sotto il controllo del comune che lanciò un concorso d’idee per la sistemazione del alveo fluviale. La soluzione che vinse fu quella della trasformazione del fiume in un parco. Nel 1986 ebbero inizio i lavori e la storia del Jardì Turia, il più lungo parco d’Europa con i suoi 9 kilometri che si snodano dal centro storico fino al porto. Il Turia è un parco meraviglioso che mi lascia a bocca aperta ogni volta che lo ammiro in tutta la sua verde grandezza dall’alto di uno dei tanti ponti che lo attraversano.  

Ho voluto raccontarvi questa storia perchè voglio invitarti a fare una riflessione: l’asfalto e i motori possono migliorare la viabilità, ridurre le tempistiche e servire l’uomo nelle sue esigenze. Quello che invece asfalto e motori non possono dare è la stessa cosa di cui e fatto l’uomo: la natura. Nelle nostre città, nelle nostre case, nelle nostra vita di tutti i giorni la natura è sempre più lontana, quasi dimenticata.  A volte siamo così lontani dalla natura che ci ricordiamo di essa solo quando la vediamo sui moltissimi schermi che ci circondano e di conseguenza l’idea che abbiamo di natura, di bella natura è solo quella esotica, ovvero lontana. Ci sembra cosi lontana l’idea della natura che non ci rendiamo conto della natura che abbiamo al lato di casa troppo spesso schiacciata e maltrattata solo perché pensiamo di poter avere qualsiasi diritto su di lei.

E’ davvero la scelta più giusta abbattere 20 alberi per la costruzione di un ennesimo parcheggio ? E’ davvero così grande il fine per giustificarne i mezzi ? Chiedetevi se davvero un altro parcheggio, altro asfalto, altro via vai di macchine renderanno la popolazione di Merate più felice. Come molti altri hanno sottolineato, il parcheggio sarebbe situato tra un asilo nido e un centro diurno disabili. Che ricordi vogliamo dare ai bambini che saranno il nostro futuro? In un  parcheggio quali attività potrebbero svolgere le persone del centro disabili rispetto a quelle che  potrebbero fare in uno spazio verde? 

Stiamo vivendo un momento strico di straordinaria importanza, siamo chiusi in casa da ormai più di due mesi, quale è il vostro più grande desiderio quando uscirete dalla quarantena? Avrete voglia di stare in macchina o di stare all’aria aperta? Se anche voi come a me non vedete l’ora di stare all’aria aperta mi chiedo come possiamo godere della nostra libertà se continuiamo a distruggere la natura intorno a noi. La natura in questi pochi mesi si è risvegliata più forte che mai. Dovunque si sentono gli uccellini cantare, le acque son tornate cristalline, i delfini fanno visita ai porti. La natura ci ha fatto capire che non ha bisogno di noi, siamo noi ad avere bisogno di lei. Per favore non perseveriamo nell’errore, andiamo avanti una volta ogni tanto! Andar avanti a volte non significa sempre agire, ma anche fermarsi, riflettere e meditare.

P.s. una via Verdi senza alberi? Se così davvero la volete dovreste cambiare anche il nome della via. 

Vi ringrazio. 

Lorenzo M.

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