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Cronaca Vercurago

Ragazzini insultano i volontari dell'oratorio, devono intervenire i carabinieri

Momenti di tensione l'altra sera a Vercurago dove alcuni minori avrebbero aggredito verbalmente gli adulti che li stavano richiamando alla calma dopo alcune bravate

Momenti di tensione in oratorio. Dopo un acceso battibecco che ha visto alcuni ragazzini di soli 13 e 14 anni insultare i volontari che li richiamavano alla calma, sono dovuti intervenire perfino i Carabinieri. È accaduto qualche sera fa al centro parrocchiale di Vercurago, importante punto di ritrovo per bambini e ragazzi del territorio. Numerose le iniziative perfettamente coordinate dal parroco don Roberto Trussardi, dalle associazioni, dai volontari e dai giovani del paese, soprattutto nel periodo estivo. Ma qualcosa, venerdì sera nell’oratorio che si affaccia sulla Lecco-Bergamo, è andato storto.

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Alcuni ragazzini, sembra provenienti da Calolzio, Lecco e forse Mandello, hanno iniziato a insultare alcuni volontari che li avevano richiamati dopo alcune bravate. Inizialmente nulla di particolarmente grave: una chiave gettata a terra, qualche presa in giro. Poi però, la situazione è degenerata e alcuni di questi minorenni - sembra non di Vercurago - hanno iniziato a rispondere in malo modo e con veemenza agli adulti impegnati in oratorio. 

Parolacce, insulti di tutti i tipi, e di fronte ai richiami a calmarsi e a confrontarsi in modo educato, nuovi atteggiamenti verbalmente aggressivi. In loro supporto sarebbero arrivati anche alcuni parenti adulti, e proprio per evitare che la situazione potesse degenerare sono stati chiamati i Carabinieri prontamente giunti sul posto.

«Avrei preferito non parlare della questione, anche perché ci stanno lavorando i carabinieri e sinceramente spero si tratti di un fatto isolato - si limita a commentare don Roberto Trussardi, sul posto al momento dell’accesa “bagarre verbale” - Non entro quindi più di tanto nel merito dell’accaduto ma, visto che mi state chiedendo notizie a riguardo, posso dire che difendo l’operato dei nostri volontari i quali sono stati corretti e si sono limitati a dire a questi ragazzini di calmarsi. Il problema è stata la reazione, la mancanza di educazione. Voglio solo lanciare un appello: riflettiamo sul perché accadono queste cose. E chi di dovere abbassi i toni. Anche perché, parlando singolarmente con alcuni di questi ragazzini si riusciva a ragionare, il problema è stato l’impeto di tutto il gruppo. In genere quando un adulto o un educatore ti richiama alla calma gli si risponde in modo educato, ci si scusa o comunque si va via, risolvevendo poi la questione parlando civilmente. Qui non è stato così». E sono dovute intervenire perfino le forze dell’ordine.

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