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Cronaca

Aumentano gli incidenti mortali sulle strade lecchesi. «Più impegno per la sicurezza»

Già 11 vittime nei primi 5 mesi dell'anno, nel 2017 erano state 9. L'importante lavoro di sensibilizzazione della Polisportiva Monte Marenzo con l'iniziativa "Per le vie delle Croci"

Sempre più vite spezzate lungo le strade lecchesi. La triste tendenza è confermata dai dati raccolti da enti locali e associazioni impegnate a promuovere la sicurezza stradale, sensibilizzando soprattutto i più giovani. Tra queste la Polisportiva di Monte Marenzo che per il dodicesimo anno ha organizzato insieme all’associazione Matteo La Nasa l’iniziativa “Per le vie delle Croci” ricordando le tante, troppe vittime di incidenti. Nei primi cinque mesi di quest’anno il numero dei decessi è già arrivato a 11, dopo i 9 del 2017.

«Si sono da poco conclusi i 19 appuntamenti di preghiera dedicati a quanti hanno lasciato la vita sulle strade, 19 occasioni di riflessione sulle cause dei troppi sinistri che procurano tante sofferenze a familiari e amici delle vittime, nonché migliaia di ferite fisiche e morali - spiega Angelo Fontana a nome della Polisportiva di Monte Marenzo -  Abbiamo raggiunto tanti luoghi e paesi delle province di Lecco, Bergamo e Milano incontrando cittadini colpiti negli affetti più cari da gravi incidenti, oltre a parroci, amministratori locali e rappresentanti delle istituzioni. Purtroppo il fenomeno non registra dati confortanti. Dietro ogni croce una persona che ci ha lasciato, dietro ogni croce il dramma di una famiglia che porta nel cuore una ferita che, nonostante lo scorrere degli anni, non si rimargina». Molti i momenti toccanti, soprattutto quando è stata data voce alle testimonianze dirette di quanti sono stati colpiti dalla scomparsa dei propri cari.

«Abbiamo pregato per Claudio Bertini, travolto a bordo della sua auto nel crollo del ponte di Annone nell’ottobre 2016 - continua il responsabile dell’Area Sociale della Polisportiva di Monte Marenzo -  Nella Basilica di San Nicolò monsignor Franco Cecchin ha ricordato il fratello prematuramente morto in un incidente stradale a soli 20 anni. A Bellano abbiamo pregato per l’agente della Polizia Stradale Francesco Pischedda, deceduto a soli 28 anni mentre era in servizio lungo la statale 36. Nelle messe celebrate a Erve e Vercurago è stato ricordato in modo particolare Pietro Augruso di Lorentino (Pietro Daeva per gli amici), il giovane di 26 anni che ha perso la vita pochi giorni prima in un incidente motociclistico a Torre De’ Busi. In tutte le altre celebrazioni, alle preghiere rivolte alle vittime sono seguite le forti richieste di non lasciarci irretire dalla fatalità, di non accettare l’idea che non si possa fare niente. È convinzione di tutti, dei cittadini più attenti e sensibili alle istituzioni, che ridurre drasticamente il numero degli incidenti stradali, soprattutto quelli che hanno conseguenze fatali, non solo è possibile, ma un doveroso impegno di ognuno».

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Per la prima volta “Per le vie delle Croci” ha poi fatto tappa nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano, dove l’abate Carlo Faccendini ha celebrato la funzione di fronte a tantissimi fedeli, accompagnata dalle musiche dei “Picett del Grenta” di Valgreghentino. I volontari della Polisportiva e dell’associazione Matteo La Nasa hanno quindi indicato quali azioni vanno messe in campo per contrastare gli incidenti.

«Gli utenti della strada devono essere più rispettosi delle norme che regolano il traffico, nonché rispettosi della propria e altrui vita. Le istituzioni pubbliche e private  hanno il compito di garantire la sicurezza delle strade e dei veicoli. I soggetti educanti (famiglie, scuole, parrocchie, polisportive, agenti del traffico) hanno la responsabilità di accompagnare i giovani nel cammino verso una cittadinanza responsabile e consapevole. Ed è proprio in questo senso che pensiamo di orientare per il futuro le nostre campagne di sensibilizzazione nei confronti delle scuole di ogni ordine e grado - incalza Angelo Fontana - Primo perché i giovani sono le prime vittime degli incidenti stradali, inoltre perché riteniamo che i ragazzi siano i più ricettivi ad assumere comportamenti corretti nelle relazioni sociali, se ben supportati e formati. Questo proposito è nato, inoltre, dalla constatazione di come a tutti gli eventi sia mancata la presenza significativa dei giovani. Sono mancati proprio loro, che devono essere gli interlocutori privilegiati per ogni progetto di prevenzione degli incidenti stradali. Ringraziamo quanti hanno sostenuto anche questa volta il nostro sforzo: i parroci, i sindaci, i rappresentanti delle Istituzioni, le associazioni, la tv e i mass media locali, e soprattutto  tutti i cittadini che hanno partecipato alle funzioni».

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