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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Costa Masnaga

Si fingono agenti di case d'alta moda e rubano tessuti, maxi raggiro per diverse aziende lecchesi

La coppia di truffatori si faceva consegnare le stoffe in un falso magazzino nel Comasco

Si fingevano intermediari di case di alta moda, contattavano aziende del territorio lecchese e si facevano consegnare tessuti pregiati che però, ovviamente, non arrivavano mai sulle passerelle o a rivestire divani e complementi d’arredo di lusso: per questo una coppia di coniugi, il 53 D.F.P e la moglie R.D., 51enne, è stata denunciata dai carabinieri di Costa Masnaga con l’accusa di truffa aggravata continuata in concorso.

L’indagine è partita grazie ad alcune denunce di truffa arrivate alle forze dell’ordine fra l’autunno 2015 e la scorsa primavera: diverse aziende della provincia, specializzate nella produzione di tessuti di alta moda, arredamento e complementi d’arredo, venivano contattate da presunti agenti di grandi firme della moda e del mobile per l’acquisto delle stoffe, e si accordavano per la consegna di ingenti quantitativi di tessuto in un falso magazzino di Mozzate (Co), comune di residenaa dei due truffatori. Al momento di pagare, però, i soldi puntualmente non arrivavano, con perdite per le aziende spesso ingenti.

Gli accertamenti dei carabinieri, una volta appurato che le vere case di moda risultavano estranee ai fatti, hanno permesso di ricostruire l’articolata movimentazione delle merci, fino a individuare del magazzino in cui i due stoccavano i tessuti consegnati dalle fabbriche, localizzato a Gerenzano (Va). 

E proprio nel paese del Varesotto, nella mattinata di ieri 21 dicembre, i militari di Merate, coadiuvati dai colleghi di Mozzate e Cislago (Va), con un decreto di perquisizione e sequestro emesso dalla Procura di Lecco hanno recuperato 800 rotoli di pregiati tessuti, ancora perfettamente imballati e conservati, del valore all’ingrosso di circa170mila euro, che sono stati restituiti ai legittimi proprietari.

Per i due coniugi è scattata quindi la denuncia in stato di libertà, mentre i documenti sequestrati nel magazzino permetteranno di ricostruire definitivamente la vicenda e individuare anche gli eventuali destinatari a cui si ipotizza i due possano aver rivenduto le stoffe rubate.

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