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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca Calolziocorte / Via Giovanni XXIII, 1

«Addio cara mamma, sei stata una donna fortissima»

Cordoglio a Calolzio per la scomparsa di Maria Pia Riva Cattaneo. Le toccanti parole lette dal figlio Paolo durante i funerali per ricordarla

Cordoglio e dolore a Calolziocorte per la scomparsa di Maria Pia Riva, vedova Cattaneo. La donna, molto conosciuta e stimata, si è spenta a 78 anni a causa di un male incurabile che l'ha colpita solo poche settimane fa. In tanti hanno voluto esprimere le più sentite condoglianze ai famigliari, in particolare ai figli Sabrina con Leo, e Paolo con Benedetta e la piccola Carlotta. E proprio Paolo, molto conosciuto in città per la sua professione di idraulico e per la carica di vicepresidente della Polisportiva Foppenico, ha voluto dedicare a nome dei parenti un pensiero ricordo alla madre. Parole davvero toccanti lette al termine del funerale celebrato ieri, giovedì, nella chiesa parrocchiale di Foppenico. Riportiamo integralmente il testo che ha commosso tante persone.

«La mamma è sempre la mamma, mamma mia, oppure semplicemente ciao mamma.

Sono frasi che tutti diciamo spesso.

Da sempre le mamme sono state citate nei libri, nelle canzoni.

Da sempre si dà valore alla mamma.

Oggi però siamo qui per salutare te, cara mamma.

Sei stata una donna fortissima, ti abbiamo sempre descritto come un carro armato, capace di sconfiggere tutte le difficoltà e le disgrazie che ti sono capitate, a partire dalla giovane età quando persi tuo fratello, poi i genitori, poi i dolori più atroci nel perdere i tuoi figli: prima Denis e poi Liliana, e poi ancora il nostro papà.

Sono state prove durissime, ma tu andavi avanti. Non ci hai mai mostrato una lacrima, non ci hai mai fatto pesare il dolore che portavi dentro. Tu volevi solo il nostro bene.

Anche sul letto d'ospedale non ti sei mai arresa.

Più di una volta mi hai detto "non pensare minimamente che io mi lasci andare".

È normale immaginare quanta sia la rabbia e il dolore che ci ha attraversato il cuore e la mente in questi giorni e chissà per quanti altri ancora.

In questo momento ci sentiamo derubati.

Derubati da quel maledetto cancro che ti ha rubato tutto l'ossigeno portandoti alla morte.

Mille volte ci siamo detti: mamma tu non meritavi questa fine, per quello che hai dato meritavi di più dalla vita.

Per noi sei stata la colonna portante della nostra vita e della nostra casa, e ora senza di te si formerà un vuoto incolmabile.

Quando ti penso a volte ti paragono addirittura a Dio, ricordando una frase che mi è sempre rimasta impressa di Papa Giovanni Paolo I: "Dio si fece madre”.

Una frase che in quel periodo fu quasi considerata eretica perchè Dio poteva solo essere un Padre.

Io invece la trovavo giusta.

Dio ha dato la vita al mondo, come tu hai dato la vita a noi, e come Dio non hai mai smesso di amarci.

Quella vita che per prima è passata da quel cordone che ci univa nella tua pancia e che poi una volta tagliato si è trasformato ma ha continuato a nutrirci

Attraverso i tuoi splendidi occhi per guardarci e controllarci

Attraverso le tue orecchie per ascoltarci pazientemente

Attraverso la tua bocca per parlarci, dare consigli nel modo tuo sempre educato, gentile e sopratutto umile.

E poi quel cordone si è trasformato nelle tue mani,

si perchè attraverso le tue mani, con le tue carezze ci hai riempito di amore proprio come ha fatto la Madonna con suo Figlio.

Porteremo sempre con noi il tuo sorriso infinito, i tuoi modi dolci, raffinati ed eleganti e soprattutto l'umiltà che ti ha caratterizzato.

Grazie a queste tue qualità sei stata apprezzata ovunque, anche in quella stanza n.12 dell'ospedale di Merate, seppure in difficoltà e nella sofferenza, sei rimasta sempre la stessa.

In solo pochi giorni tutte le infermiere ti descrivevano come una bellissima persona e ti hanno trattato come se tu fossi la loro madre.

Le loro parole ci riempivano d'orgoglio, perchè per l'ennesima volta ci hanno fatto capire quanta è stata la fortuna di averti come mamma.

Sarei bugiardo a dire che non provo invidia nel pensare che tu, adesso, sia con i tuoi figli e con il tuo Emilio lassù in cielo e non qui con noi, però per quanto io abbia cercato di proteggerti nel corso degli anni, davanti alla chiamata di Dio posso solo arrendermi e lasciare che sia fatta la Sua volontà.

Ringrazio tutti voi per la presenza qui oggi e chi è venuto all'ospedale a trovare la mia mamma.

In particolare ringrazio tutto lo staff del reparto di medicina dell'ospedale di Merate perchè con la loro professionalità, ma sopratutto con la loro umanità, ci hanno fatto sentire come a casa.

Cara mamma

Non ti ho mai scritto una lettera, questa è la prima e anche l'ultima, ma vuole essere per me e per Sabrina l'ultimo nostro regalo.

Ora vai mamma, i tuoi figli e il nostro papà ti aspettano lassù in Paradiso.

Ciao mamma».

Paolo Cattaneo

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