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Cronaca

Mini centrali idroelettriche, Pd: no atti di violenza

E' necessaria una nuova cultura politica che tuteli e crei le risorse

A seguito di quanto è accaduto in Val dei Forni, dove sassi sono stati lanciati contro gli scavatori di una ditta che sta eseguendo i lavori di realizzazione dell’ennesima centrale minidrolettrica della zona, il Pd non può che condannare quanto accaduto e sottolinea che il privato agisce laddove le leggi e le istituzioni glielo consentono, ma sarebbe cieco se non valutassimo con attenzione le origini della rabbia di questi atti, legate al progressivo depredamento delle risorse fondamentali delle nostre montagne.

“Io credo che fino ad oggi, – dichiara la responsabile provinciale PD  ambiente e territorio Francesca Michieli –ci sia stato  un vuoto politico e normativo che ha consentito di speculare eccessivamente in aree montane delicate e uniche, il cui tratto caratteristico è rappresentato anche dai torrenti dai quali stiamo lentamente ma inesorabilmente togliendo l’acqua: per troppo tempo ci siamo dimenticati della montagna e dei suoi abitanti riempendoci al contempo la bocca con parole quali “aree da valorizzare e tutelare” “aree dove potenziare l’offerta turistica”. 

Un DMV pari al 10 % della portata media, o pari a 50 l/sec per i tratti alpini, non è sufficiente, ed è la stessa valutazione che ha fatto il consiglio provinciale lecchese approvando all’unanimità, il 17 marzo 2014,  la mozione del Partito Democratico (che ha fatto proprie le mozioni proposte da Legambiente e dai comitati "Salviamo i nostri torrenti" e Pagnona "Per la difesa del Varroncello" da una parte, e dalla comunità Montana dall'altra) che mira proprio ad una maggiore tutela dei corsi d’acqua e ad una moratoria delle nuove istanze (richiesta di moratoria già portata avanti dall’on. Tentori). “

Le foto di seguito sono state scattate la settimana scorsa (in un periodo quindi ricco di acqua)  e riportano  il torrente Val Marcia (oggetto di una richiesta di derivazione in corso) prima che affluisca nel  torrente Varrone e il torrente Varrone (che in questo tratto gode, oltre che degli apporti del Val Marcia, anche di quelli del torrente Val Fraina) dopo un’opera di captazione che convoglia le sue acque in un’opera di presa. In questo tratto si trova anche lo scarico del depuratore del comune di Premana.  E questo dovrebbe essere il deflusso minimo sufficiente a garantire la vita del corso d’acqua?

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Ad oggi sono in fase di valutazione di impatto ambientale altre richieste di derivazione idroelettrica nel territori dei comuni di Premana, Casargo e Pagnona: la procedura di verifica di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale, cambiata recentemente, grazie alla delibera di Giunta regionale 8 febbraio 2012 n. IX/2987, le ha fortunatamente assoggettate alla V.I.A. (procedura che offre garanzie maggiori per la tutela dell’ambiente), cosa che invece non era accaduto con molte delle istanze precedenti
La figura successiva, evidenzia in maniera chiara il numero abnorme di concessioni e di richieste di concessione che insistono sul territorio premanese, e che lo rendono il comune maggiormente “captato” d’Italia.


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Il PD ritiene che la capacità di ascoltare e comprendere come la tutela di questi luoghi e della loro identità sia fondamentale,  non competa solo agli abitanti della Valsassina e della Valvarrone ma a noi tutti e alla politica in primis – conclude Michieli - . Oggi più che mai si rendono necessarie e non più rimandabili politiche integrate di tutela e sviluppo delle aree montane che creino risorse non che le depredino, che diano risposte concrete prevenendo e sradicando fatti come quelli della Val dei forni che colpiscono noi tutti ma che sottolineano soprattutto il fallimento delle istituzioni e della loro capacità di farsi davvero portatrici dell’interesse della collettività.

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