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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Galbiate / Via Monte Oliveto

Sala al Barro, qurelle infinita sul centro sportivo: a rischio chiusura il bar

Chiaro il presidente del Gruppo Sportivo Alessandro Negri: "Hanno detto di voler preservare l'attività sportiva, ma ci stanno tagliando le gambe in altri modi."

Tagliata la festa dello sport, tagliati gli orari dell'attività sportiva, ora il taglio lo rischia il bar del centro sportivo di Sala al Barro. E' quanto emerso dall'assemblea dei soci tenutasi nella mattinata di domenica 17 presso la sede di via Monte Oliveto, casa dei colori biancorossi. La situazione, com'è noto, è delicatissima: da una parte ci sono le necessità di una società che mette in campo circa 270 bambini, dall'altra le rimostranze delle famiglie Recalcati, che dal 2006 imputano al Gruppo Sportivo di generare un'eccessiva quantità di rumore. A conti fatti ne va dell'attività stessa, oggettivamente penalizzata da un procedimento legale che sta facendo discutere da mesi.

"Essere toccato dall'avviso di garanzia mi ha fatto male - spiega senza mezzi termini Alessandro Negri, presidente del GS Sala al Barro -. Siamo arrivati al punto di non poter più fare quello che vogliamo, non siamo in grado di rinnovare con certezza alcuni accordi perchè ad aprile ci sarà l'udienza d'appello e la sentenza iniziale (pesanti limitazioni sugli orari, ndr) potrebbe essere cambiata radicalmente, nel bene e nel male. Anni fa abbiamo speso 265mila euro per fare un campo in erba sintetica che, oggi, non possiamo far fruttare come invece dovrebbe essere."

Quella di Sala al Barro è una situazione diventata oggettivamente paradossale e l'attività sportiva non è l'unica a risentirne: "Abbiamo un bar che, ad oggi, non ha più senso tenere aperto - prosegue Negri -. Affittarlo? Certo, ma sapete anche che la burocrazia ha dei tempi che possiamo definire biblici". Accanto al numero uno c'è Giosuè Mazzucotelli, che si occupa dei conti biancorossi, che illustra la situazione in assemblea: "Le famiglie Recalcati hanno sempre detto di voler preservare l'attività sportiva, ma i fatti parlano chiaro e dicono che, invece, ci stanno tagliando le gambe a livello economico per raggiungere il loro obiettivo."

Tra chi lamenta l'assenteismo delle istituzioni (Comune e non solo) e chi pone dubbi sull'avviso di garanzia ("Provvedimento esagerato, i bambini erano sono stati in strada per due mattine durante il camp, non si potevano lasciare lì, sicuramente c'è dell'altro"), l'accento è posto più che altro sul risvolto sociale della vicenda: "I nostri atleti dopo una certa età dovranno andare oltre, le persone qui non ci vengono quasi più. Il bar sta rapidamente diventando un posto dove stare al caldo prima e dopo gli allenamenti, non dove ritrovarsi per bere qualcosa e stare in compagnia." Il sentore è che il locale, a giugno, verrà rimesso nelle mani del Comune, proprietario dell'immobile: starà all'Amministrazione trovare il modo di renderlo nuovamente attivo, presumibilmente affittando a un gestore esterno in grado di farsi bastare le poche ore concesse dalla sentenza emessa in estate.

"Abbiamo provato tante volte a sederci al tavolo con i Recalcati - chiude ancora Negri - ma ogni volta si sono presentati con l'avvocato di fianco a loro. Si sono dimostrati assurdi e provocatori, stanno provando ripetutamente a provocarci un danno economico. La festa dello sport, che nel 2018 non si farà, ci è costata 4mila euro, un tempo era la nostra prima fonte di sussistenza. Io il bar non lo voglio chiudere, mi roderebbe doverlo fare, ma i numeri purtroppo parlano chiaro: si tratta di un delitto sociale."

La vicenda al Gruppo Sportivo è costata circa 12mila euro, una voce di bilancio decisamente troppo gonfia per poterla continuare a sostenere, ma all'orizzonte non si profila la possibilità di mediare. Questo soprattuto per volontà delle famiglie Recalcati, forti di CTU sull'acustica della zona che gli dà formalmente ragione e che è la spada di Damocle sopra la testa di Negri e di tutto il gruppo. La prossima puntata, come detto, è calendarizzata ad aprile 2018, ma è logico pensare che la sentenza non arriverà prima di agosto o settembre. Troppo, per chi già ora deve decidere cosa fare del suo futuro.

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