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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Ernesto Palermo non è colpevole di associazione mafiosa, ma solo di associazione semplice, arrivano le motivazioni.

Il giudice Arnaldi: "Manca la caratteristica ritualità mafiosa"

Ernesto Palermo, ex consigliere comunale lecchese implicato nel processo Metastasi, era stato condannato per turbativa d'asta, estorsione e associazione semplice, ma non per associazione mafiosa.

Sono state recentemente pubblicate le motivazioni della sentenza, contro cui i pm faranno ricorso, che spiegano nel dettaglio la decisione del giudice Roberto Arnaldi.

Così si esprime il giudice: «non pare sufficiente a caratterizzare l’associazione in parola sub articolo 416 bis la sola considerazione dell’appartenenza di Mario Trovato - il referente di Palermo in merito alla realizzazione di strutture ricettive a Parè - al noto contesto famigliare difettando, peraltro, di significativi momenti sintomatici che l’esperienza giudiziaria ha insegnato a riconoscere come tipici della criminalità organizzata, quali l’affiliazione rituale, l’investitura della qualifica di "uomo d’onore", la distribuzione e ricezione di "doti" - i gradi della 'ndrangheta - la partecipazione ai summit e i collegamenti con le altre locali che formano la 'Lombardia».

Insomma, sembra proprio che la ritualità mafiosa, come viene identificata oggi da Fabio Abati su "Il Fatto Quotidiano", sia ciò che distingue il reato di associazione mafiosa da quello di associazione semplice; ma la linea è molto sottile, e la stessa Autorità Giudiziaria si è espressa in passato in maniera diversa (come nel caso di Pino Pensabene a Desio).

Resta dunque molto difficile la definizione di questa "nuova mafia", che caratterizza principalmente il nord e che si è lasciata alle spalle molte delle tradizioni delle origini, senza tuttavia perdere la propria fondamentale matrice criminale.

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