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Quattro anni dopo

Incendi a Bergamo e dintorni, indagini anche nel Lecchese

I carabinieri bergamaschi hanno fatto capolino nel nostro territorio per perquisire dei sospettati

I primi arresti sono arrivati quattro anni dopo. I fatti riguardano due incendi avvenuti in un locale della movida della Bergamasca nel corso del 2019. Da lì hanno preso avvio le indagini del comando carabinieri di Bergamo, coordinate dalla locale procura, che hanno portato all'alba di domenica 30 aprile all'esecuzione di sei misure cautelari nei confronti di cinque uomini e una donna, di nazionalità italiana, pakistana, albanese e brasiliana, accusati a vario titolo, oltre che di incendio e successivo danneggiamento, di rapina, estorsione, sequestro di persona, minacce e possesso e fabbricazione di documenti di identità falsi.

Le perquisizioni a Lecco

Durante l'esecuzione delle misure, domenica mattina, tre le province di Bergamo, Brescia e Lecco, i carabinieri hanno effettuato anche diverse perquisizioni nei confronti degli indagati, ritrovando e sequestrando uno scooter, probabilmente utilizzato per dare alle fiamme il locale rivale, oltre a tirapugni, spray urticante, pistole a salve private del tappo rosso, passamontagna e ricetrasmittenti. Uno dei destinatari della misura cautelare aveva con sé anche documenti falsi validi per l’espatrio.

Dalle indagini scattate nel 2019 è emerso come ad appiccare le fiamme nella discoteca fosse stato il titolare di un locale antagonista, un uomo di nazionalità pakistana, aiutato da complici albanesi e brasiliani. Il suo movente, secondo gli inquirenti, era di assicurarsi un maggior numero di clienti, danneggiando la concorrenza.

Aggredito il personale

Durante le indagini i carabinieri hanno accertato anche numerosi atti di violenza nei confronti degli avventori della discoteca del pakistano, con aggressioni da parte del personale della sicurezza. Poi, quando i clienti vittime di violenza minacciavano azioni legali o filmavano con i telefonini le scene di pestaggio, venivano rapinati degli smartphone e obbligati a cancellare dalla memoria foto e video. In un caso, addirittura, a una persona è stata incendiata l'auto a scopo intimidatorio.

Agli indagati vengono anche contestati un tentativo di rapina in villa e una rapina aggravata commessa nel 2019 ai danni di un pubblico esercizio. Per due dei sei destinatari delle misure cautelari, il tribunale di Bergamo ha previsto la custodia cautelare in carcere, per uno gli arresti domiciliari e per gli altri tre l'obbligo di dimora.

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