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Cronaca Abbadia Lariana / Crebbio

Lutto a Mandello e Abbadia: addio a Marco Ghidoni, giovane padre e marito

Si è spento a soli 36 anni dopo una lunga malattia. L'amico Cristian: "Un esempio, non si è mai pianto addosso". Fabio, suo ex allenatore: "Un leader positivo, sapeva coinvolgere tutti"

Strappato alla vita a soli 36 anni. Un lutto enorme ha colpito nelle scorse ore le comunità di Mandello e Abbadia Lariana, dove Marco Ghidoni era apprezzato e stimato. Il ragazzo si è spento domenica dopo una battaglia di dieci anni con una grave malattia. Lascia la moglie Francesca, la figlia Giulia, la mamma Maria Antonietta e il fratello Emanuele.

Nato e cresciuto a Mandello, Marco viveva a Crebbio, frazione di Abbadia, dove lavorava per la società da lui stesso avviata, la Mg Informatica con la quale garantiva assistenza hardware e progettazione di siti internet. Sua grande passione è stata il calcio: oltre a essere un grande tifoso del Milan, in gioventù "Ghido" ha giocato a lungo con la Polisportiva Mandello. A ricordarlo con commozione è il mandellese Fabio Bartesaghi, suo primo allenatore.

Pol Mandello Marco Ghidoni

"Un'ala forte e veloce"

"Posso dire di avere praticamente cresciuto Marco, per me è stato come un figlio e il rapporto è andato ben oltre il calcio - racconta Bartesaghi - Ho iniziato a guidare i ragazzi del 1987 nella Scuola calcio della Polisportiva Mandello nel '94 e li ho allenati fino ai Giovanissimi regionali. Domenica li ho rivisti tutti riuniti davanti alla salma di Marco in casa di riposo ed è stato un momento commovente. L'ho allenato per cinque anni e gli ho dato molto a livello calcistico, ma lui mi ha insegnato tanto a livello umano, era un ragazzo speciale. I suoi ex compagni gli sono stati a fianco fino all'ultimo giorno".

Qual era il profilo del Marco calciatore? "Era una spanna sopra gli altri, giocava ala destra ed era molto veloce, la sua qualità migliore unita a una buona tecnica e a una spiccata intelligenza calcistica. Era un leader positivo, com'era nella vita è stato anche nel calcio: estroso ed estroverso, tutti gli volevano bene perché sapeva coinvolgere con la sua simpatia e la sua forza".

Marco Ghidoni con gli amici

"Non si lamentava mai"

Amici fraterni di Marco sono Cristian Fuina e Vittorio Monga. Proprio Cristian traccia il ricordo del compagno di mille avventure. "Le cose da dire sono talmente tante che non saprei da dove iniziare - spiega - Ci frequentavamo fin da bambini e siamo stati al suo fianco fino all'ultimo istante, per assisterlo e aiutare i famigliari. Marco è sempre stato un ragazzo positivo, anche dopo avere appreso della malattia non si è mai lamentato né pianto addosso, è andato avanti con la sua vita: si è sposato e ha avuto una figlia stupenda, ha continuato a fare le vacanze con noi, ad esempio in Colombia. Dal punto di vista caratteriale era un grande, sapeva come farci ridere. Aveva tanti amici sia grazie al calcio sia al lavoro. Per noi era un riferimento: tutti gli portavano i computer da riparare sin dai tempi in cui lo smartphone non c'era, e non si è mai negato. Abbiamo condiviso tanti momenti indimenticabili".

Il funerale di Marco Ghidoni sarà celebrato martedì 9 gennaio alle 10.30 nella chiesa prepositurale del Sacro Cuore, preceduto alle 10 dal rosario. Seguirà il corteo fino al cimitero. La camera ardente è allestita alla Casa di riposo di Mandello sino a martedì alle ore 9.

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