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«Papà mi ha lasciato un'azienda con 50mila euro di debiti»: la storia di Mery finisce a "Le Iene"

Il noto programma di Italia 1 racconta la difficile storia di Mery Landeta Tandayamo, ufficialmente titolare di un'impresa individuale "gestita" dal padre, un uomo che «picchiava mia madre incinta ed è stato in carcere»

Arriva a "Le Iene" la storia di Mery Landeta Tandayamo, prima di cinque figli, incastrata dal padre. Quando ha compiuto 18 anni, l'uomo le ha intestato un'azienda individuale con sede legale in corso Promessi Sposi, 118, a Valmadrera, e le ha lasciato 50mila euro di debiti per tasse non versate al fisco italiano. Parliamo di un uomo che picchiava la moglie incinta e si presentava a casa con altre donne. Veronica Ruggeri, inviata del noto programma in onda su Italia 1, si è recata sia dalla giovane, di cui ha ascoltato e ricostruito la storia, e poi ha cercato il contatto con l'uomo.

«Mi ha incastrato con una firma»

Come si apprende dai documenti detenuti dalla Camera di Commercio di Lecco, il 12 dicembre 2011 è iniziata l'attività dell'azienda, ancora attiva ai giorni nostri con Mery, a sua insaputa, come unica "addetta"; senza, chiaramente, che venisse effettuato il regolare versamento dei contributi. «Al compimento della maggiore età - racconta la ragazza, fino al 2008 residente a Malgrate e fino al 2012 a Lecco, a Ruggeri - mio papà mi ha fatto firmare un foglio», con cui ha di fatto dato il via all'opera della "WL Carpenteria", in cui ha operato malintenzionato genitore.

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Tre le cartelle di Equitalia (per conto dell'Inps) che, di recente, sono state recapitate alla giovane, affidata a un'altra famiglia quando era in quinta elementare per la presenza di troppi problemi nel nucleo originario. Poco più che ventenne e oggi commessa a Milano in una catena d'abbigliamento, Mery si è lasciata andare a un giustificato pianto davanti alle telecamere de "Le Iene".

La solidarietà e il rischio pignoramento

Nel frattempo, c'è chi ha ipotizzato la creazione di un "conto corrente" per sostenere la giovane. Il padre, nel frattempo, è stato dichiarato «sofferente per la legge». Il grosso debito è, per legge, spalmabile in massimo settandadue rate da settecento euro ciascuna; troppi, per una giovane con uno stipendio da circa mille euro mensili. Il forte rischio, cui la giovane non si potrebbe opporre, è quello di un pignoramento del quinto nei confronti di Mery fino all'esaurimento del debito.

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