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Cronaca

Varese: operazione contro lo sfruttamento della prostituzione, arresti anche nel Lecchese

Un 74enne residente in provincia è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Saronno

I carabinieri della Compagnia di Saronno (Varese) hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Monza, su richiesta della procura della Repubblica di quella provincia, nei confronti di 7 persone (6 in carcere e uno agli arresti domiciliari), ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. Al centro dell'inchiesta anche una persona residente nel Lecchese. Al centro dell'indagine, condotta dal nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Saronno, vi era la gestione illecita di un nightclub di Varedo (Monza e Brianza). L'attività investigativa è stata avviata a seguito di un intervento carabinieri di Saronno, che hanno soccorso una giovanissima ragazza del luogo, trovata alcuni mesi fa in stato di choc presso la sua abitazione. La donna nell'occasione raccontò in maniera confusa di essere stata violentata e di essere stata costretta ad assumere droghe e alcol. Il racconto era poco chiaro ed in parte contraddittorio, anche se la vittima appariva comunque fortemente provata.

I carabinieri, valorizzando in contenuto di quella denuncia, poi parzialmente smentita nel corso delle indagini, hanno indagato sui luoghi frequentati dalla ragazza, sui suoi contatti e sulle abitudini, scoprendo che era inserita in un giro di giovanissime donne, alcune italiane ed altre straniere, che 'lavoravano' presso un circolo privato di Varedo (Mb), di fatto gestito abusivamente come night club, all'interno del quale esercitavano la prostituzione. Le indagini hanno consentito di accertare l'esistenza di una vera e propria associazione dedita alla consolidata, sistematica e duratura attività di reclutamento, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione in pregiudizio di una pluralità di donne, in prevalenza straniere ed in condizioni di bisogno o indigenza. Il sodalizio criminale era dotato di una propria organizzazione di persone, denaro, forniture e mezzi, compresi beni mobili ed immobili, e di una precisa ripartizione dei ruoli; perseguiva il proprio programma criminoso secondo modalità ed automatismi collaudati, esercitando in forma imprenditoriale le varie attività illecite all'interno dei locali.

L'indagine si allunga fino al Lecchese

I promotori dell'associazione erano un 74enne ed un 47enne di origini calabresi (padre e figlio, residenti rispettivamente nelle province di Lecco e di Monza Brianza). Inoltre, destinatari delle misure, un 49enne residente in Brianza ritenuto il gestore degli affari per conto dei due congiunti; una donna 28enne, compagna del più giovane dei promotori, considerata l'intestataria/prestanome di conti correnti e aziende riconducibili alla gestione del locale notturno, attraverso i quali veniva riciclato il denaro di provenienza illecita; un albanese, gestore di fatto del locale; un italiano e un albanese che avevano il ruolo di drivers/accompagnatori delle ragazze (si occupavano di trasportarle dalle loro dimore sino al locale e viceversa a inizio e fine serata). Il sodalizio approfittava dello stato di necessità in cui versavano le ragazze straniere per offrire loro lavoro e poi costringerle a prostituirsi. Il locale, che era ufficialmente un circolo privato (al quale anche le ragazze risultavano associate, regolarmente tesserate e mai assunte), organizzato abusivamente come un vero e proprio locale di intrattenimento notturno, si trovava al piano terra di un capannone industriale sito nella periferia di Varedo. Vi si accedeva da un ingresso ricavato all'interno di un ristorante che riportava la medesima insegna.

Al suo interno vi erano locali privée, una sala bar ed una cosiddetta 'vip room' (una stanza con al centro una grande vasca idromassaggio, all'interno della quale si consumavano rapporti sessuali). Gli incassi per ogni serata ammontavano a migliaia di euro. La particolarità degli ingressi consisteva nel fatto che l'accesso non era totalmente libero, ma bisognava essere conosciuti dai gestori o accreditati dai clienti abituali. Durante l'operazione eseguita dai carabinieri della Compagnia di Saronno, coadiuvati da quelli delle province di Monza Brianza, Milano, Como, Lecco e Alessandria, è stato sottoposto a sequestro preventivo l'intero immobile sede del nightclub, all'interno del quale aveva sede anche l'omonimo ristorante dal quale si accedeva all'interno del locale notturno. Al momento dell'accesso era in piena attività e in totale inosservanza delle norme sull'emergenza sanitaria in corso.

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