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Cronaca

Caleotto: una Pasqua in comunità per i senzatetto.

La parrocchia del Caleotto, grazie anche alla collaborazione del parroco Don Giuseppe Buzzil ospita 12 persone senzatetto che hanno vissuto per tre mesi alla fine di marzo nel rifugio notturno di via San Nicolò.

La parrocchia è stata l'unica nel rispondere al bisogno di queste persone. Di questo anche il vicario episcopale Monsignor Maurizio Rolla è vicino al parroco don Buzzi e l'ha voluto dire anche al gruppo.

Gli altri 13 ospiti del rifugio  invece sono tornati a vivere sulla strada. Quelli rimasti in città hanno formato il gruppo Rivalsa grazie all'aiuto di alcuni volontari che si sono impegnati nel cercare un percorso comune per risolvere il problema casa. Il gruppo è stato ascoltato l'altra sera  a palazzo Bovara dalla commissione consigliare dei servizi sociali che ha voluto conoscere la volontà di rimanere a Lecco in una sorta di comunità. Ma il problema nel definire l'obiettivo è in salita come quello di avere a disposizione una casa che si trova in via Pomedo a Laorca nei pressi del Ponte della Gallina, in anni poi non tanto remoti ospitava extracomuinitari senza fissa dimora.

"Anche se c'è la voglia di sistemarla - ha voluto dire l'assessore Ivano Donato - la casa non è agibile mancando dei requisiti di sicurezza. Meglio sarebbe rivolgersi ad una abitazione privata. Ciò non toglie che le istituzioni sono attente a questo problema".

Alfredo Marelli presidente del consiglio comunale. spiega : "Il nostro Comune per il momento non è in grado di risolvere il problema, ma la domanda del gruppo è importante e non dobbiamo farla cadere", 

Giacomo Zamperini commissario dell'opposizione Fratelli d'Italia. ha aggiunto: "Quanto vuole questo gruppo non mi è chiaro. Cioè cosa intende fare? Stare insieme sol per risolvere il problema casa?. Per ora dare risposta alle loro  domande serve un maggior confronto".

Walter Raveglia uno dei 60 volontari che si sono occupati del rifugio notturno di via san Micolò, spiega; "Ci siamo presi a cuore questo problema anche perchè non ci sono altri spazi per dare un tetto a queste persone che vivono sofferenza e difficoltà personali e allora ci siamo chiesti cosa possiamo fare per aiutarli coinvolgendo anche il Comune..

Per ora l'unico a rispondere positivamente. ma è solo per una sistemazione temporanea è stato Don Giuseppe".

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