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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Piazza Lega Lombarda

Treno cancellato, bus sostitutivo che non aspetta la coincidenza: l'odissea di una lecchese «bloccata a Bergamo a tarda ora»

Chiara Ferrari racconta la disavventura patita nel weekend al ritorno da Verona: «Nella stazione orobica e sull'App di Trenitalia nessuna comunicazione adeguata. Io, come altri utenti, costretta a tornare a Lecco con altri mezzi, sborsando ulteriori soldi»

Bloccata, insieme ad altri utenti, in stazione a Bergamo dopo la cancellazione di un treno, la partenza decisamente troppo rapida del bus sostitutivo e impossibilitata a tornare con i mezzi pubblici a Lecco. Un episodio definito «gravissimo».

A raccontare la disavventura, vissuta di ritorno da Verona con il treno domenicale 1702 di Trenitalia, è la lecchese Chiara Ferrari. «Già sabato avevo appreso per caso da una piccola scritta nei pannelli della stazione di Lecco che, nella giornata del 4 novembre, i treni della tratta Bergamo-Calolziocorte-Lecco, causa (mi è parso poi di capire) lavori nella stazione di Caprino Bergamasco, sarebbero stati soppressi/cancellati e sostituiti con bus - racconta a Lecco Today - Cercando quindi in internet ero venuta a conoscenza del fatto che il treno 1702 avrebbe avuto come capolinea Bergamo alle ore 21.07, e poi ci sarebbe stato un apposito bus sostitutivo con partenza ore 21.12 da Bergamo a Lecco, con tutte le medesime fermate che avrebbe fatto il treno e che sarebbe arrivato a Lecco alle 22.39, con 50 minuti di ritardo rispetto all'orario del treno che avevo prenotato. Segnalo che, tra l'altro, avevo prenotato a mezzo dell’applicazione Trenitalia con la mia Cartafreccia, ma non vi è stata alcuna comunicazione, né tramite app, né tramite mail, del diverso programma che aveva subito il mio treno. Sul treno, domenica, il controllore non ha fatto presente ai passeggeri di questo cambio di programma, tant'è che molte persone presenti nel mio vagone non ne erano a conoscenza».

Mattinata di disagi per i pendolari lecchesi

Le sorprese amare attendevano Chiara e gli altri utenti del treno in stazione a Bergamo. «Scendiamo dal treno - racconta - ci dirigiamo fuori dalla stazione cercando qualche segnalazione in merito a dove possa attenderci il bus sostitutivo, ma nulla: il capotreno non è reperibile né visibile e non ha fornito nessuna assistenza o informazioni alle persone scese dal treno che devono prendere il bus. Vediamo quindi un anonimo bus bianco (senza destinazione indicata con pannelli luminosi né sul fronte né sul retro) e ci dirigiamo verso di lui, sono le 21.11, ma, mentre attraversiamo la strada, il bus parte. Diamo quindi per scontato non sia quello per Lecco. Alle 21.15 vediamo arrivare un altro bus bianco, sempre anonimo, con davanti un foglio che riporta "Bus sostitutivo Lecco-Bergamo", scendono i passeggeri e chiediamo se lo stesso debba ripartire per Lecco, ma il conducente ci informa che ha finito il turno e non sono in programma ulteriori pullman diretti a Lecco».

«Il bus non ci ha dato il tempo di salire»

Chiara Ferrari e i suoi compagni di sventura si rendevano conto di quanto accaduto: bloccati a Bergamo a tarda ora, senza bus o treni che potessero ricondurli a Lecco. «Molto probabilmente, il pullman che abbiamo visto partire uscendo dalla stazione era quello che doveva fare da coincidenza, ma non ha dato il tempo utile necessario ai passeggeri del treno che doveva sostituire di scendere e raggiungerlo. Assurdo! E non sto parlando di ore, il bus non ha atteso nemmeno i cinque minuti programmati, già direi non sufficienti: come avrebbe fatto, per esempio, un anziano o un disabile a scendere dal treno e percorrere il tragitto dal binario 5 al piazzale dei bus in 5 minuti?»

Il finale è facilmente intuibile e questa volta non riservava sorprese liete. «Morale: io, come altri passeggeri, tra cui un povero anziano solo e una coppia di giovani spagnoli - prosegue il racconto Chiara Ferrari - tutti esterrefatti, amareggiati e increduli per quanto accaduto e altrettanto spaesati e privi di alternative, abbandonati a tarda ora in una stazione che, tra l'altro, non è il massimo in quanto a frequentazioni e sicurezza, ricorriamo ad altri mezzi per raggiungere la tanto agognata meta, sostenendo ulteriori costi e arrivando a casa inevitabilmente con ore di ritardo rispetto a quanto inizialmente programmato. Trenitalia - conclude amaramente la lecchese - ha confermato un'ennesima volta la sua totale inefficienza e disorganizzazione».

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