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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Cinghiali, il Wwf: «La soluzione non è armare i cacciatori»

La risposta a Coldiretti: «Irrealistico ed illusorio affidare la soluzione del problema a coloro che lo hanno generato. Piuttosto dissuasori, prevenzione, coinvolgimento degli agricoltori».

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LeccoToday

Il Wwf esprime il suo cordoglio per la vittima dell'incidente dei gironi scorsi lungo l'autostrada A1 ed è vicino ai numerosi feriti coinvolti nel grave incidente.

Tuttavia, attribuire al branco di cinghiali la diretta responsabilità dell'incidente è riduttivo e strumentale, dovranno essere infatti accertate le responsabilità del gestore dell'Autostrada A1 che doveva assicurare la sicurezza rispetto all'ingresso nell'asse viario di persone o animali controllando adeguatamente le recinzioni che di norma devono essere presenti lungo tutte le autostrade. Come devono essere accertate le dinamiche dello scontro e la velocità delle automobili coinvolte.

Questa tragedia non può diventare il pretesto per richiedere interventi "straordinari" per il controllo delle popolazioni del cinghiale nel nostro paese, la cui proliferazione è risultato di una pessima gestione faunistico-venatoria condizionata da precisi interessi della lobby dei cacciatori.

Coldiretti: «Basta cinghiali, urge un censimento»

Sono decenni ormai che si discute dell'emergenza cinghiali invocando interventi urgenti e straordinari, in particolare da parte dei rappresentanti delle Associazioni agricole, senza però proposte concrete e operative se non l'ampliamento delle giornate e dei carnieri di caccia, che non risolvono il problema come dimostrano i risultati conseguiti da Regioni come la Toscana, che hanno già adottato Leggi straordinarie puntando esclusivamente su una maggiore libertà di abbattimento dei cinghiali da parte dei cacciatori.

Se esiste un problema di squilibrio delle popolazioni di questa specie, ribadisce il Wwf, la responsabilità è essenzialmente dell'uomo che per privilegiare specifici interessi economici e politici ha assecondato la volontà di una crescita incontrollata del cinghiale, diventata anche il pretesto per consentire la caccia di selezione all'interno delle aree naturali protette.

«Censimento sì, ma con prelievo controllato»

Per il Wwf serve senz'altro un Piano straordinario per la gestione del cinghiale nel nostro paese che preveda interventi prioritari per mettere in sicurezza le strade a scorrimento veloce con maggior traffico veicolare, attraverso dissuasori e sistemi di allerta già sperimentati, interventi per la prevenzione dei danni alle colture agricole e un programma di contenimento del numero degli animali basato su censimenti seri ed attendibili e l'utilizzo di recinti di cattura in grado di assicurare un prelievo controllato e selettivo degli animali.

Da tempo il Wwf ha proposto il coinvolgimento degli stessi agricoltori che subiscono i danni maggiori per una presenza eccessiva del cinghiale nelle aree rurali, togliendo ai cacciatori l'esclusiva della gestione della fauna selvatica. I fatti dimostrano che è irrealistico e illusorio affidare la soluzione del problema a coloro che lo hanno generato.

Serve con urgenza una normativa nazionale sulla gestione della fauna selvatica non basata esclusivamente sull'attività venatoria ma condotta su serie basi scientifiche con l'utilizzo delle tecniche di contenimento numerico più efficaci, contrastando i conflitti d'interesse oggi presenti nella gestione della fauna selvatica. Serve una normativa specifica che favorisca ed incentivi gli interventi di prevenzione dei danni all'agricoltura, la messa in sicurezza del sistema viario, e agevoli il coinvolgimento degli agricoltori nella gestione delle popolazioni del cinghiale.

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