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Cronaca Merate

Caso Yara, una donna di Merate a testimoniare alla procura di Bergamo

Il suo numero di cellulare compariva nella rubrica del cellulare di Massimo Bossetti: un mese prima dell'arresto, la donna aveva comprato da lui uno specchio

Una 40enne di Merate è stata sentita dagli inquirenti che indagano sull'omicidio di Yara Gambirasio, la ginnasta uccisa a 13 anni alla fine del 2010: il suo numero di telefono era nella rubrica di Massimo Bossetti, il principale imputato per l'omicidio della ragazzina.
La donna, che da Merate si è recentemente trasferita a Bergamo per lavoro, lo scorso maggio era alla ricerca di uno specchio per la nuova casa: cercando su un sito di e-commerce ne ha trovato uno che le piaceva e ha contattato telefonicamente il proprietario, che altri non era che Bossetti, ancora sconosciuto alle cronache perché i test del dna di "Ignoto 1" non avevano ancora portato alla sua identificazione.
La 40enne si è quindi accordata con Bossetti per la compravendita dello specchio e, sentita dal Corriere della sera, ha raccontato che l'uomo le avrebbe inizialmente proposto di incontrarsi, nel tardo pomeriggio, fuori dal cimitero di Chignolo d'isola (Bg).
Rifiutando l'incontro in un luogo così isolato, i due decidono di darsi appuntamento poco distante, nello spiazzo di un'azienda che produce materiale plastico. Il 16 maggio, esattamente un mese prima che Bossetti venga arrestato, la meratese lo incontra e racconta che, a compravendita terminata, Bossetti avrebbe fatto il cascamorto con lei.
Nel quarto d'ora in cui hanno parlato, Bossetti ha chiesto alla 40enne se lavorasse, prima, e poi se avesse una sorella minore bella come lei, dicendo di avere bisogno di un'impiegata che lo seguisse ovunque: sul momento la donna avrebbe liquidato la cosa senza pensarci troppo, salvo rivedere il volto di Bossetti un mese dopo in tv, quando per l'uomo sono scattate le manette. Al Corriere ha raccontato di non aver dormito per 10 giorni.
Dopo l'acquisto dello specchio, Bossetti non aveva cancellato il suo numero di cellulare: per questo, un paio di settimane fa, la donna è stata sentita dalla procura di Bergamo in veste di testimone.

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