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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Contratto Artigiano Metalmeccanico nel Lecchese: «Aumento minimi e altre tutele, ecco cosa chiediamo»

Francesca Seghezzi e Giancarlo Lupinu, sindacalisti, hanno presentato le novità che si vogliono introdurre nella Piattaforma per il rinnovo del Contratto Artigiano Metalmeccanico

Il 10 febbraio scorso sono terminate le assemblee nelle aziende. Ora la Piattaforma per il rinnovo del Contratto Artigiano Metalmeccanico dovrà andare in trattativa a livello nazionale, portata avanti dai rappresentanti di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil. In tutta la Provincia di Lecco sono più di cinquemila i dipendenti che lavorano in aziende che hanno questo tipo di contratto, scaduto al termine del 2018. «Il rinnovo è molto importante perché il Lecchese è uno dei territori con più alta presenza nel comparto artigiano-metalmeccanico in Italia – afferma Francesca Seghezzi, componente delle segreteria della Cgil Lecco –. Con questo rinnovo lavoratrici e lavoratori del settore potranno godere di aumenti di stipendio. Non dimentichiamoci che sentiamo ancora la crisi di dieci anni fa, quindi il contratto nazionale è un modo per provare a rialzare i livelli salariali».

A tenere le assemblee nelle aziende del territorio è stato Giancarlo Lupinu, responsabile dello sportello Artigiani della Cgil Lecco. «Si richiede l’aumento dei minimi contrattuali dell’8% a partire primo gennaio 2020 fino al 31 dicembre 2022 e un’adeguata erogazione economica a copertura del periodo primo gennaio – 31 dicembre 2019, visto che il contratto è scaduto da oltre un anno – afferma Lupinu –. Chiediamo inoltre che vengano retribuiti i primi tre giorni quando la malattia abbia durata inferiore ai sette giorni, perché ricordiamo che attualmente non è previsto dal contratto. Nella piattaforma, inoltre, si punta a una migliore tutela economica per le malattie lunghe e gravi, inserendo le specifiche patologie. C’è anche un’attenzione alla sicurezza: vogliamo aumentare le ore di formazione». Non manca la parte su Industria 4.0, con la richiesta di una maggiore formazione sull’aggiornamento dei lavoratori sulla digitalizzazione.

Per i dipendenti delle aziende artigiane c’è anche l’opportunità di chiedere contributi per prestazioni sanitarie, sociali, anche per i familiari, agli enti bilaterali Elba, Wila e Sanarti, che hanno aumentato prestazioni e gli importi. «Sono previsti dal contratto e troppo spesso si tratta di fondi non utilizzati perché le persone non ne sono a conoscenza – spiega il sindacalista –. Ricordo che si tratta di fondi attivi grazie alla contrattazione, sono soldi riservati a lavoratrici e lavoratori che al posto di essere inseriti in busta paga sono utilizzabili in altre forme. Sottolineo che gli enti bilaterali sono un diritto contrattuale. Il sindacato è riuscito a mutualizzare i versamenti, facendo pagare la contribuzione solo alle aziende, senza che i lavoratori versino nulla. Tra le prestazioni più richieste ci sono i contributi di Elba per l’anzianità professionale aziendale, i contributi di Wila per la maternità e la paternità facoltativa, mentre a Sanarti si richiede spesso il rimborso dei ticket sanitari».

Anche per questo è attivo lo sportello Artigiani nella sede sindacale della Cgil in via Besonda 11 a Lecco, dove è possibile chiedere informazioni sui fondi per i dipendenti delle aziende con contratto artigiano.

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