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Economia lecchese, Confartigianato: "Numeri positivi, ma non è ancora inversione di tendenza"

Ancora difficile parlare di ripresa per il presidente Riva: "Rimane alta l’ansia sui flussi di ordini, sui crediti da rimborsare alle banche, sulla possibilità di continuare a pagare puntualmente gli stipendi"

Numeri positivi per l'economia lecchese, ma la crescita è ancora faticosa, in particolare per alcuni settori: a dirlo è Confartigianato, che commenta il rapporto congiunturale della Camera di commercio, evidenziando le difficoltà che permangono per comparti tessile e legno arredo.

Gli indicatori dell’ultimo trimestre 2015 evidenziano infatti un trend in rialzo per produzione, ordini, fatturato e, in percentuali minime, anche per l’occupazione, ma interpretare i dati attuali non è semplice.

«Sarà l’inizio di una ripresa o solo un temporaneo rimbalzo tecnico? - si chiede Daniele Riva, presidente degli artigiani della provincia - Una domanda legittima, considerando le preoccupazioni che esprimono i nostri associati, in cui rimane alta l’ansia sui flussi di ordini sempre altalenanti, sui crediti da rimborsare alle banche, sulla possibilità di continuare a pagare puntualmente gli stipendi ai propri collaboratori. Del resto, anche nel contesto economico complessivo vi è stata un’evoluzione contradditoria: da un lato il rallentamento dell’economia mondiale e di alcuni colossi del mercato internazionale, dall’altro il miglioramento in molti aggregati macro-economici nazionali. Se quanto emerso negli ultimi mesi del 2015 fosse confermato anche nel 2016, si potrebbe parlare di un superamento della fase acuta di crisi, ma non di avvio di un nuovo ciclo di sviluppo: la stessa ripresa dei settori in positivo è di fatto per ora solo un parziale recupero di quanto perso finora. In altre parole, non siamo ancora di fronte ad un quadro di segnali sufficientemente robusti, concordanti e positivi che possano confermare una definitiva inversione di tendenza». 

«La sfida per un ulteriore miglioramento resta aperta – prosegue il segretario generale Vittorio Tonini - e Confartigianato è in prima linea per giocarla con tutto l’impegno necessario. Per farlo, occorre concentrarsi su alcune questioni chiave. La prima è la Legge Regionale sulla Manifattura Diffusa, che può essere uno strumento fondamentale. Lavoreremo insieme con la Regione per individuare misure attuative calate su un sistema imprenditoriale in transizione. Non vanno infine dimenticate le tre grandi criticità che continuano ad appesantire le nostre imprese: fisco, burocrazia e credito. Parlando di burocrazia e fisco, l’entità di questo peso si legge bene in un numero: l’Osservatorio di Confartigianato Lombardia ha stimato che sulle imprese artigiane lombarde, rispetto alla media OCSE, grava uno spread burocratico fiscale di 237 milioni di euro. In tema di credito, vediamo positivamente l’impegno della Regione, ma non perdiamo di vista i 60 miliardi in meno di finanziamenti concessi alle imprese lombarde negli ultimi 4 anni. Nello specifico, le imprese fino a 20 addetti, che rappresentano il 98% delle imprese della Lombardia, ricevono soltanto il 14% del totale dei finanziamenti. Vorrei inoltre far riflettere anche su un dato: più di due terzi delle sofferenze nette si concentra negli affidamenti sopra i 500mila euro e sono poche le imprese artigiane sopra questa soglia».

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