rotate-mobile
Economia

Ecobonus: il "no" di Confartigianato Imprese allo sconto in fattura

Il presidente Daniele Riva: «Penalizza le migliaia di piccole imprese del "sistema casa" che non dispongono della capacità finanziaria per anticipare lo sconto al cliente»

È un no secco quello che arriva da Confartigianato allo sconto sulle fatture per gli interventi relativi all'ecobonus e al sismabonus, previsto dal Decreto Crescita. La misura contestata da Confartigianato prevede che i cittadini che effettuano lavori di riqualificazione energetica o antisismici, possano chiedere, in alternativa alla detrazione fiscale dal 50% all'85% spalmabile in 10 anni, uno sconto immediato sulle fatture da parte dell'impresa che ha realizzato i lavori.

Sconto che l’impresa potrà farsi rimborsare dallo Stato tramite un corrispondente credito d'imposta da utilizzare esclusivamente in compensazione, in cinque anni. Inoltre, l'impresa potrà scegliere di cedere il credito così acquisito ai suoi fornitori di beni e servizi. Non potrà invece cederlo a istituti di credito e intermediari finanziari.

La moda in Piazza Garibaldi conquista i lecchesi

«Sono le novità introdotte in via definitiva dal Decreto Crescita - spiega Armando Dragoni, responsabile dell'Area Fiscale di Confartigianato Imprese Lecco - È bene evidenziare che la novità normativa in questione è già vigente dallo scorso 1° maggio, anche se per la corretta applicazione è opportuno attendere l'apposito provvedimento direttoriale che deve essere emanato entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore delle legge, quindi entro il prossimo 30 luglio. In merito alla fruizione di tale sconto, la norma richiede l'esercizio di una "opzione" facendo in tal modo capire che il fornitore, alla richiesta del contribuente, non è obbligato a concedere lo stesso. Si tratta in altre parole di un accordo contestuale tra le parti, che suggeriamo vivamente agli imprenditori di mettere nero su bianco già in fase di preventivo. Si sono infatti già verificato casi in cui, in fase di installazione o addirittura di conclusione dei lavori, il cliente abbia chiesto di usufruire dello sconto immediato. Per dare un'idea, a fronte di un intervento di riqualificazione energetica per cui è stato pattuito un corrispettivo pari a 10.000 euro, lo sconto è pari al 65% e quindi il beneficiario paga al fornitore 3.500 euro. Dal canto suo, l'imprenditore artigiano può recuperare lo sconto sotto forma di credito di imposta da utilizzare in compensazione in cinque quote annuali di pari importo». 

«Questo meccanismo - commenta Daniele Riva, presidente Confartigianato Imprese Lecco - penalizza le migliaia di piccole imprese del "sistema casa" che non dispongono della capacità finanziaria per anticipare lo sconto al cliente e non sono in grado di sopportare l'onerosità dell'operazione di cessione del credito. Di fatto, con la misura del Decreto crescita rischiano di essere tagliate fuori dal mercato. Confartigianato ha sempre contestato lo sconto in fattura perché premia i grandi a discapito del piccoli. Si rischia, infatti, di creare una distorsione del mercato in cui soltanto i fornitori più strutturati e dotati di elevata capacità organizzativa e finanziaria potranno anticipare ai clienti la liquidità necessaria a ottenere lo sconto, e disporranno della capienza fiscale sufficiente per compensare il credito di imposta. Confartigianato continuerà a battersi a tutti i livelli contro la misura del Decreto Crescita, anche segnalando il caso all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ecobonus: il "no" di Confartigianato Imprese allo sconto in fattura

LeccoToday è in caricamento