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Caso Fiocchi Munizioni, il presidente rassicura i lavoratori: "Rafforzeremo solo la società"

All'indomani della notizia, Stefano Fiocchi, presidente del gruppo e in azienda dal 1989, ha voluto rassicurare gli operai richiamandoli per un'assemblea fuori dalla fabbrica

La notizia della vendita delle quote societarie della storica fabbrica di munizioni, la Fiocchi Munizioni Spa, ha scosso - e non poco - il pubblico lecchese, nonchè gli stessi lavoratori dell'azienda. Per questo, all'indomani della notizia, Stefano Fiocchi, presidente del gruppo e in azienda dal 1989, ha voluto rassicurare gli operai richiamandoli per un'assemblea fuori dalla fabbrica. 

Come già sottolineato in una nota stampa, il presidente Fiocchi avrebbe sottolineato ai lavoratori che l'operazione preserverà la forza lavoro. L'obiettivo, infatti, sarebbe solo quello di rafforzare la società. Ma la holding di famiglia "continuerà a tenere una quota importante del pacchetto societario", aveva spiegato Fiocchi.

Presenti all'assemblea anche i sindacati, tra cui Fim Cisl. "Abbiamo chiesto un incontro alla Fiocchi Munizioni che si terrà venerdì pomeriggio - dice Giovanni Gianola, Fim Cisl, per capire quali saranno i riflessi di questa vendita sui lavoratori". 

Leader mondiale dal 1876 di munizioni, dopo 141 anni la celebre azienda "made in Lecco" Fiocchi Munizioni Spa ha avviato qualche giorno fa una cessione della totalità delle quote a un'altra società, la Holdco, controllata dal fondo Charme Capital Partners SGR, che si inserisce nell'impero fondato nel 2003 dalla famiglia Montezemolo.

La notizia si collega all'ultimo Consiglio dei Ministri di venerdì scorso durante il quale, su proposta del presidente Paolo Gentiloni, è stato deliberato il "non esercizio dei poteri speciali", ovvero quel potere esercitabile dal governo che consente di proteggere una società che ha "rilevanza strategica per l'interesse nazionale", come il caso della Giocchi Munizioni Spa che è fornitore delle forze dell'ordine e dell'esercito. 

La Fiocchi Munizioni oggi dà lavoro a 670 dipendenti e ha un fatturato di 131 milioni nel 2016. A muovere il timone, Stefano, Costantino, Pietro e Carlo, bisnipoti del fondatore Giulio Fiocchi. 

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