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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Api Lanfranconi: "i nuovi posti di lavoro non si creano per decreto"

Il Gruppo Giovani Imprenditori Confapi, in collaborazione con Ref Ricerche, ha condotto uno studio sul “Progetto Giovani” e sulle sue principali inefficienze, cui seguiranno alcune proposte di miglioramento.

"Finalmente - sottolinea Oriano Lanfranconi Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori Confapi - anche l’Italia ha deciso di utilizzare una best practice europea, rielaborandola, per rispondere alla peggiore crisi occupazionale a cui questo paese abbia mai assistito. E’ infatti partita dopo tanta concertazione tra tutti i rappresentanti sindacali e associativi il progetto “Garanzia Giovani”, nato e sviluppato come risposta alle esigenze di occupazione delle nuove generazioni tra gli anni ’80 e ’90 in Svezia".

"La misura prevede un fondo di 1,5 miliardi di Euro, da spendere nel biennio 2014-2015, per implementare il progetto che mira a garantire un'offerta di lavoro, un contratto di apprendistato, un tirocinio o una nuova opportunità di formazione ai giovani tra i 15 e i 29 anni (anziché fermarsi a 25 anni, come prevede la proposta europea) disoccupati o Neet (Not in Education, Employment or Training) che si iscrivono al portale www.garanziagiovani.gov.it, a Cliclavoro o ai siti regionali , entro 4 mesi da laurea, diploma o stato di disoccupazione".

Saranno coinvolti nuovi soggetti, oltre ai Centri per l’impiego, come agenzie private per il lavoro e imprese.
I problemi di questo progetto, che potrebbero ridurne anche di molto l’efficacia, sono principalmente tre:

1)    il primo, dal lato finanziario, perché non sono i giovani (in forma di sostegno al reddito, ad esempio) che beneficeranno delle risorse comunitarie, ma soprattutto i Centri per l’impiego, sebbene inadeguati.

2)    Il secondo problema è di natura organizzativa, poiché viene lasciata grande autonomia alle Regioni. Molto dipenderà da come e dove queste decideranno di investire, se in progetti più o meno fantasiosi, in attività che già compivano oppure in programmi effettivamente innovativi in grado di creare valore aggiunto.

3)    Il terzo problema riguarda la domanda di lavoro, perché di fatto si promettono posti di lavoro senza che ne siano creati.

“L’impressione è che il lavoro sia “spostato” verso i giovani, indipendentemente dalle reali necessità del mercato occupazionale e, quindi, che vengano “parcheggiati” in una certa occupazione, senza che sia poi garantita loro una posizione occupazionale stabile quando non vi saranno più le risorse della Garanzia Giovani – conclude Lanfranconi – Il progetto aumenterà inoltre la probabilità di trovare lavoro soprattutto dove questa è già elevata e non dove è più bassa. Si poteva fare di più? Certo. Come? Magari investendo lo stesso denaro nell’ulteriore sgravio del costo del lavoro per le imprese o magari nell’aumentare le entrate dei lavoratori, in entrambi i casi ci sarebbe stata più saggezza, maggiore merito e meno politica. I posti di lavoro per i giovani non si creano per decreto ma favorendo lo sviluppo economico. Noi come Confapi e come Gruppo Giovani Imprenditori ci mettiamo a disposizione ai diversi livelli per dare il nostro contributo alle iniziative che verranno promosse dalla Garanzia Giovani”.

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