Altri Percorsi
"Altri Percorsi", ovvero una rassegna dedicata al teatro sperimentale che in 5 spettacoli, di autori e attori diversi, tratterà altrettante tematiche di attualità e di discussione sociale. Il tutto sul palco del Teatro della Società di Lecco.
Ad aprire la rassegna sarà, martedì 4 aprile (ore 21), "Il secondo figlio di Dio" di Manfredi Rutelli e Simone Cristicchi, con la regia di Antonio Calenda e musiche originali di Cristicchi e Valter Silviotti.
In cima a una montagna, davanti a una folla adorante di 4 mila persone, un uomo si proclama reincarnazione di Gesù Cristo. È il luglio del 1878. L'inizio di una rivoluzione possibile, che avrebbe potuto cambiare il corso della Storia. Simone Cristicchi presenta Il secondo figlio di Dio, il suo nuovo spettacolo teatrale ispirato alla vicenda incredibile, ma realmente accaduta, di David Lazzaretti, detto il "Cristo dell'Amiata". Ne Il secondo figlio di Dio, si racconta la grande avventura di un mistico, l'utopia di un visionario di fine ottocento, capace di unire fede e comunità, religione e giustizia sociale. Tra canzoni inedite e recitazione, il narratore protagonista ricostruisce la parabola di Lazzaretti, da barrocciaio a profeta, personaggio discusso, citato e studiato da Gramsci, Tolstoj, Pascoli, Lombroso e Padre Balducci; il suo sogno rivoluzionario per i tempi, culminato nella realizzazione della "Società delle Famiglie Cristiane": una società più giusta, fondata sull'istruzione, la solidarietà e l'uguaglianza, in un proto-socialismo ispirato alle primitive comunità cristiane. Il cantattore Cristicchi racconta l'"Ultimo eretico" Lazzaretti, e quel piccolo lembo di Toscana (Arcidosso e il Monte Amiata) che diventa lo scenario di una storia che mai uguale fu agitata sulla faccia della terra, ponendoci una domanda più grande, universale, che riguarda ognuno di noi: la "divinità" è un'umanità all'ennesima potenza? Con l'ausilio di video-proiezioni e di una scenografia in continua mutazione, quella terra così aspra e bella, quella "terra matrigna e madre" diventa la co-protagonista, nel racconto della straordinaria vicenda di David Lazzaretti, il secondo figlio di Dio. Una storia che se non te la raccontano, non la sai. La storia di un'idea. La storia di un sogno.
Il 21 aprile ci sarà, poi, "Furiosa Mente" di e con Lucilla Giagnoni, musiche di Paolo Pizzimenti.
C'è un tempo per nascere e un tempo per morire; c'è un tempo per distruggere e un tempo per costruire. Ci sono tempi di crisi, momenti grigi della storia. E il nostro tempo? Forse è uno dei più straordinari che all'umano siano dati di vivere. Cadute le grandi ideologie di riferimento, stiamo vivendo uno degli eventi più incredibili che siano mai accaduti sulla Terra, uno dei grandi sogni dell'umanità, da sempre: la mondializzazione.
"La Sirenetta" di Giacomo Ferraù e Giulia Viana, con R. Buffonini, G. Ferraù, L. Stelluti, G. Viana, regia di Ferraù sarà, invece, in scena mercoledì 17 maggio, ore 21.
Il tema del diritto alla felicità di ogni essere umano, coniugato al rispetto dovuto per la libera scelta della propria identità sessuale, è rappresentato con nuova sensibilità nello spettacolo "La Sirenetta", che i giovanissimi componenti della compagnia milanese Eco di Fondo dedicano al pubblico adulto. Lo spettacolo, in modo poetico e visivamente significativo, prende le mosse dallo spunto altamente inquietante che ha riempito le pagine dei giornali negli ultimi mesi: il suicidio di diversi adolescenti che, sentendosi esclusi dal mondo degli adulti, soprattutto dei genitori, per la scoperta della propria omosessualità non rispettata, e irrisi dai coetanei, decidono di togliersi la vita. Per far questo "La Sirenetta" si ispira metaforicamente alla celebre omonima fiaba di Andersen, mettendo in scena la condizione di un adolescente che, per un gesto d'amore, rinuncia alla sua stessa essenza (la coda) nel disperato tentativo di essere amato. La sua è infatti una coda che lo rende diverso dagli altri, che gli impedisce di camminare insieme a loro, che puzza e fa ribrezzo ai consimili, pretesi normali, e che gli concede di rimanere solo in un limbo acqueo, dove può essere felice, un po' come all'inizio della vita, in cui tutti noi siamo uguali e indefiniti, senza distinzione di sesso e genere. I vari passaggi emotivi del protagonista, che si riverberano su tutti gli attori, sono accompagnati da una voce fuori campo e da una teatralità che si avvale spesso delle ombre, della corporeità – esibita e nel contempo ritratta – degli attori, e di materiali trasparenti che rimandano a quell'acqua da cui "La Sirenetta" vuole ostinatamente uscire. La gioia di vivere, la paura del giudizio altrui, i primi batticuori, la voglia stimolata dalla strega del mare (a cui presta la voce, amichevolmente, Arturo Cirillo) di confidarsi con qualcuno, la sofferta convinzione di dover per forza tacere nonché la risoluzione finale vengono espressi con leggerezza poetica, senza retorica alcuna.
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