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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Tradizione e folklore al carnevale di Sueglio. Tra maschere, "Crapun" e pennuti

Dopo la processione di Sant’Agata a Tremenico, l’itinerario di valorizzazione del patrimonio culturale immateriale del progetto "VoCaTe" ha fatto nuovamente tappa in Valvarrone. Ecco le immagini della festa che ha coinvolto anche Premana

Dopo la processione di Sant’Agata a Tremenico, l’itinerario di valorizzazione del patrimonio culturale immateriale del progetto VoCaTe è giunto nuovamente in Valvarrone per documentare una delle manifestazioni tradizionali più sentite dalla popolazione: il carnevale di Sueglio.

L'evento è andato in scena sabato. Già qualche giorno prima gli abitanti avevano iniziato a preparare le elaborate maschere tradizionali: i Crapun, grandi teste di cartapesta dall'aspetto umano spesso deformato, mostruoso, caricaturizzato, e le maschere doppie, composte da una persona e da un fantoccio, costruite in modo che sia difficile identificare quale sia la persona e quale sia il pupazzo. Le teste sono state accoppiate a costumi realizzati spesso con materiali naturali: piume di galline, frutta, fronde di albero.

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La mattina del sabato grasso ha preso il via con la vestizione e una prima sfilata per le vie del paese con l’accompagnamento di un gruppo composito di strumenti musicali: clarinetti, saxofoni, fisarmoniche, tamburi e tamburelli, tromboni, eseguono melodie popolari e canzoni d’autore entrate nel repertorio popolare. Il gruppo, composto da una sessantina di persone, è partito su automobili e camioncini per fare tappa lungo la valle fino a Premana, visitando case e osterie, ballando e cantando con gli abitanti, adulti e bambini.

Dopo una sosta per il pranzo, ulteriore occasione di canto, scherzi e socializzazione, il corteo è rientrato a Sueglio, dove in piazza ha avuto luogo la degustazione di un piatto tipico locale, la scarpasce, una sorta di frittata salata con patate e vari aromi, mentre continuano i canti e il ballo. La festa è quindi proseguita fino a sera inoltrata con un’ulteriore cena comunitaria.

La grande partecipazione di maschere, il coinvolgimento di persone di ogni età, la calorosa ospitalità degli abitanti che si sono riversati nelle strade e nelle piazze, la festosa accoglienza ai visitatori testimoniano la vitalità di una festa che rappresenta un forte elemento di identità e al tempo stesso è portatrice di importanti valenze che possono essere sviluppate nell’ottica di un turismo sostenibile.

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Come ricordato in una nota diffusa dalla provincia di Lecco, la manifestazione rientra nel progetto "La voce della terra: canti e riti della tradizione (VoCaTe)" che intende non soltanto documentare questa e le altre le ritualità viventi dell’area di cooperazione, ma operare per valorizzarle e farne un’occasione di crescita di territori che in larga parte soffrono problemi non da poco a livello demografico ed economico: la promozione di iniziative di divulgazione e sostegno al turismo possono contribuire in modo significativo alla loro rivitalizzazione.

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