"Caro gestore del bar, perché con questo caldo negare a noi cagnolini di bere?"
Caro gestore del Piccolo Bar di Barzio,
noi siamo Arturo e Olivia, i due cagnolini che si sono fermati nello spazio esterno del tuo bar insieme ai nostri umani il 14/8/2023.
Erano circa le 3 del pomeriggio, c'erano 30° (che per noi piccoli, camminando a pochi centimetri dall'asfalto rovente, sono molti, ma molti di più) e avevamo tanto bisogno di un po' di ombra e di acqua.
Ci eravamo appena accomodati ai piedi di un tavolino all'esterno quando ti abbiamo visto uscire come uno che viene inseguito da qualcuno (o uno che deve inseguire, non abbiamo capito bene). Comunque sei uscito dal bar di gran carriera, con passo svelto, agitando le mani e parlando a voce troppo alta: si capiva che ce l'avevi con noi e ci siamo un po' intimoriti, ma non avevamo fatto nulla di male, quindi abbiamo aspettato pazienti.
Ti abbiamo visto rivolgerti aggressivo alla nostra umana, dicendole con fare molto autoritario che non poteva darci da bere. Lei ti ha chiesto il motivo di questa regola che mai, davvero mai ci era capitata prima. La mia umana aveva anche la nostra ciotola e dell'acqua con sè, non ti avrebbe chiesto nulla, avrebbe solo ordinato due bibite fresche per loro o forse due caffè, non sappiamo.
"Siamo due bravi cagnolini di città"
Comunque in risposta alla sua domanda ti abbiamo sentito dire che noi avremmo sicuramente bagnato il pavimento esterno del bar, semplicemente bevendo dalla nostra ciotola, e che tu non avevi nessuna intenzione di pulire. Noi avremmo voluto prometterti che no, non avremmo bagnato, saremmo stati attentissimi, in fondo siamo due bravi cagnolini che vivono in un appartamento a Milano, siamo ben educati insomma, e davvero basta vederci per capirlo (modestia a parte...).
Hai detto anche che, se proprio proprio bisognava darci da bere (e le nostre lingue di fuori non lasciavano molti dubbi in tal senso), lei si sarebbe dovuta alzare e andare nel vicoletto lì accanto, perché quello era il solo posto dove avremmo potuto bere.
Noi abbiamo atteso pazienti che si decidesse se e dove potevamo bere, ma i nostri umani a quel punto hanno capito che lì noi non eravamo i benvenuti (e lo avevamo capito anche noi), così si sono alzati e ci siamo avviati per andarcene. Noi eravamo un po' disorientati, ci sembrava di non aver fatto nulla di male, e tu dietro di noi ancora rimbrottavi e, rientrando nel bar, rivolgevi alle nostre spalle ancora parole poco gentili...
Adesso però vorremmo rivolgerti noi qualche parola. A te non sarebbe costato nulla consentirci di bene un po' d'acqua fuori dal tuo bar in una giornata così torrida e quand'anche fosse uscita dalla ciotola qualche goccia d'acqua, il sole così caldo l'avrebbe asciugata in un attimo. E poi dai, non sarebbe stato comunque un gran problema, no?
Sappi anche che non è bello sentirsi così malvisti, non accettati, mal sopportati. Noi in fondo siamo o non siamo i migliori amici dell'uomo fin da tempi antichissimi?
E quando ci sono terremoti, valanghe, dispersi, persone che annegano, non è noi che chiamate (non proprio noi due, vabbè, ma tanti nostri amici)?
Allora, "caro" gestore del Piccolo Bar di Barzio, la prossima volta che vedi un cagnolino con la lingua di fuori, che patisce il caldo e la sete, fai una cosa diversa: metti una ciotola fuori dal tuo bar senza che nessuno te la chieda, così che lui possa dissetarsi. Vedrai che anche gli umani saranno più contenti e verranno più volentieri da te a bere e a mangiare.
E forse, dico forse, anche tu ti sentirai meglio.
Bau bau
Arturo e Olivia