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Mille visitatori al Montecchio Nord per "Il Fronte al Forte"

Piace la formula proposta nel week-end: quasi 400 i visitatori al sabato e 600 la domenica per un totale che ha sfiorato le mille presenze soprattutto italiane ma anche straniere

Sono stati quasi mille i visitatori che hanno scelto Forte Montecchio Nord per passare la Festa della Repubblica e il 3 giugno.

Le quattro salve simulate dei cannoni, realizzate grazie alla sezione Anarti (Associazione nazionale artiglieri d’Italia) della Valtellina guidati da Emanuele Barini, la sirena che per qualche minuto ha ricordato a tutti le tragedie delle due guerre mondiali, hanno salutato la Festa della Repubblica. Quindi, durante entrambe le giornate si sono succedute simulazioni di allarme aereo, emergenza sanitaria, cambi della guardia, alzabandiera e ammainabandiera, fino al picchetto d’onore schierato per salutare il sindaco di Colico Monica Gilardi, giunta in visita al Forte domenica nel pomeriggio. In forma privata altri sindaci del territorio hanno visitato il Forte, nella "due giorni”"rievocativa. 

I banchi didattici dei rievocatori, molti dei quali piemontesi, di Asfao, Storia in Grigioverde, Sezioni Comando e Sanità, Donne d’Italia, hanno davvero colpito l’immaginazione di adulti e tantissimi bambini. La storia ha fatto pensare moltissime persone e le ha divertire in maniera coinvolgente. Armi leggere e pesanti, oltre ai cannoni di Forte Montecchio, sono stati illustrate compiutamente dagli operatori museali del Museo della Guerra Bianca, gestore del Forte, mentre i rievocatori hanno fatto rivivere usi e costumi della vita militare di una caserma della Seconda Guerra Mondiale prima dell’8 settembre 1943, ovvero quando a Colico c'era la Guardia alla Frontiera.

Presente l’intero establishment del Museo, dal responsabile del Forte Stefano Cassinelli al presidente del Museo Walter Belotti e al suo vice John Ceruti e a moltissimi volontari. Il filo conduttore che ha unito i vari momenti della manifestazione è stata l’assoluta veridicità e il rispetto filologico di ogni particolare mostrato: divise, arredi, armi, vestiario, medicamenti, cibo, materiale di conforto, fino a giornali, riviste e pacchi dell’epoca. Il tutto senza mai eccedere in tecnicismi incomprensibili.

Una formula rivelatasi vincente. Quasi 400 i visitatori al sabato e 600 la domenica per un totale che ha sfiorato le mille presenze soprattutto italiane ma anche straniere (tedeschi, belgi, francesi, inglesi, ucraini, russi, filippini, americani). Un successo che dimostra che persino la storia, se ben divulgata, può essere un fenomeno di massa.

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