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Brivio: «Tra pubblico e privato occorre una "nuova" Camera di Commercio»

Il sindaco di Lecco «Necessario rinverdire e rafforzare il ruolo della nuova Camera di commercio, per restituirle quel ruolo interdisciplinare di sintesi»

È tempo di assemblee delle categorie economiche e di inaugurazioni di nuove sedi (Confcooperative). Va da sé che sono appuntamenti di interesse generale che si riflettono sulle intere comunità. Ci sono temi che chiamiamo di "foro interno", cioè relativi all’attività e alla linea delle diverse associazioni, ma ci sono anche punti essenziali che delineano il crocevia del rapporto pubblico-privato.

E non mi riferisco solo al comune obiettivo delle infrastrutture, che resta essenziale e certamente al primo posto nella gerarchia dei problemi e delle incompiute del nostro territorio. È questo un campo sul quale non si batte mai abbastanza il chiodo e, senza puntare il dito contro nessuno, mi pare che sia ora di riprendere il filo e di delineare una mappa, un possibile metodo di lavoro, un accertamento delle risorse, una definizione il meno approssimativa possibile dei tempi. Ma anche della individuazione dei livelli di responsabilità per capire a chi fa capo cosa e dedurne non atti d'accuse ma sollecitazioni mirate.

Interessa anche, tuttavia, capire le strategie dell'associazione, il cammino di alcune verso forme strette d'intesa mirate a rafforzare l'intero sistema di un quadrante essenziale per lo sviluppo dell'intera Lombardia. Non è vero che le vie delle istituzioni pubbliche corrono in parallelo con quelle private, anzi si possono integrare, purché si proceda senza riserve e retropensieri.

Per esempio mi sento di dire che è necessario rinverdire e rafforzare il ruolo della nuova Camera di commercio, per restituirle quel ruolo interdisciplinare di sintesi che vale a maggior ragione oggi, davanti a mutate organizzazioni associative. Non si può correre il rischio che la somma di territori e di potenzialità sottragga energie e lungimiranza in nome di gelosie e di difese dei propri ambiti: occorre valorizzare il positivo unitario che c’è, non con i bilancini territoriali o di categoria.

Non è mai una questione di Pil, o solo di Pil, perché in gioco ci sono sfide che il mondo dell'industria, del commercio, del turismo, dell'artigianato possano concorrere a far vincere, specie se l'orizzonte non è il presente ma sono gli anni a venire, quelli nei quali si decide la qualità della vita dei  nostri giovani.

Il sindaco di Lecco Virginio Brivio

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