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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Elezioni comunali 2020 Viale Dante Alighieri, 18

Giù i veli: il centrosinistra presenta il suo programma partecipato, «aspettiamo le proposte dei cittadini»

Mauro Gattinoni, candidato, Alessio Dossi, Alessandra Durante, Alberto Anghileri e Alfredo Marelli hanno mostrato i loro macrobiettivi: «Il nostro programma prevede duecento punti d'azione»

«Una squadra di Serie A, come dicono le iniziali». Mauro Gattinoni apre così la presentazione del programma elettorale del centrosinistra, di cui è volto e candidato in vista delle prossime elezioni amministrative che si terranno in autunno, probabilmente intorno al 20 settembre. 43 anni, acquatese, giornalista, laureato in Scienze Politiche, sportivo convinto, recente direttore dell'Api Lecco, negli anni ha contribuito a dar vita e a far crescere manifestazioni storiche come lo Scigalott d'Or o l'allegata ScigaMATT, mad run portata sin alla ribalta nazionale. In suo sostegno ci sono Partito DemocraticoFattore Lecco, la sua civica, Con La Sinistra Cambia Lecco e AmbientalMente. Quattro loghi che rappresentano le persone con cui Gattinoni ha lavorato per stilare un corposo programma condiviso, prossimo alla pubblicazione sul sito internet e condensato nel tableau consegnato nella sede di via Dante e, poi, ai cittadini in piazza Cermenati. 

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«Duecento azioni per dieci anni di amministrazione»

«Il programma rimane aperto, per tre settimane, al contributo di cittadinanza e associazioni - spiega Gattinoni prima del bagno di folla in piazza Cermenati -. Provo grande soddisfazione per il lavoro fatto fino a questo momento. Abbiamo attraversato mesi bui, ma vuol dire che, durante quel momento, le stelle hanno brillato maggiormente. La nostra visione di città è decennale: Lecco sia possibile, intrigante e aperta anche ai futuri imprenditori. Sarà un luogo più bello, solidale, sostenibile e grande. Queste parole sono i quattro pilastri su cui s’incentrano i nostri quaranta obiettivi e duecento azioni concrete che sono presenti nel programma. Serve una strategia per applicare il tutto, perchè le pedine non si possono spostare a caso, guardare alla singola cosa senza pensare alla funzione complessiva non ha senso. I rioni, in tal senso, devono aumentare la loro centralità, sono da riscoprire e valorizzare».

L'incontro con la stampa si sposta sulla società: «Abbiamo prestato grandissima attenzione a scuola e famiglia, come alle fasce fragili (anziani e disabili, ndr). Il tema di una Lecco solidale abbraccia politiche del lavoro e accessibilità di spazi e servizi. Abbiamo la visione di una città grande e connessa con le altre realtà circostanti, ma anche con il resto d'Europa». Da lì si passa ai punti cardini: «La nostra proposta è parzialmente visionaria e divisa su tre piattaforme: lungolago, Piccola e Piani d’Erna. Sono spazi sottoutilizzati e dal grandissimo potenziale; se reinterpretati, infrastrutturati e resi accessibili potranno ospitare una serie infinita di proposte. Ogni chilometro dei dieci di lungolago, per esempio, è un’esperienza diversa. La Piccola, invece può ospitare l’apertura immediata delle “stecche” dei vecchi magazzini e la messa in sicurezza del parcheggio. La sua fase “2” la renderà uno snodo artistico e culturale secondo un’organizzazione multimodale: anfinteatro all’aperto, spazi fruibili a verde, teatro da mille-millecinquecento persone per l’organizzazione d’iniziative a media dimensione. La partenza per i Piani d’Erna può dare vita a un’economia della montagna: m'immagino un parcheggio più grande e fruibile, negozi di alimentari, spazio per il noleggio dell’attrezzatura, punto di appoggio per le guide, percorso accessibile anche a chi ha ridotta abilità e ristori. In altura, invece, si può passare dall'ampliamento della proposta culturale e cinematografica come avviene sulle Dolomiti, rispetto a quella zona nulla ci manca.  La nostra proposta è all’altezza delle capacità di Lecco».

«Programma condiviso con facilità»

«Serve una sostenibilità ambientale matura, crediamo quindi che sia il momento di porre questo tema al centro della città - ragiona Alessio Dossi di AmbientalMente. Spesso questo argomento viene lasciato in parte dietro e, invece, deve recuperare la sua centralità. Servono anche elementi di carattere concreto come decoro urbano e bellezza, oltre a una visione territoriale che ponga il tutto al centro del “fare” della prossima Amministrazione».

«In una città come Lecco le cose vanno fatte a prescindere dell’orientamento politico di chi amministra - va sul concreto Alberto Anghileri di Con la Sinistra -. Va progettata una città che pensa al futuro, solo il Politecnico l’ha parzialmente cambiata. Abbiamo bisogno di discutere di quello che deve accadere nei prossimi dieci anni, non siamo un sobborgo di Milano. La politica parla solo di quello che accade il giorno dopo, non può bastare. Il nostro programma è il risultato di serate intere passate davanti al pc a confrontarsi, discutere e litigare. Il nostro progetto non lascia indietro veramente nessuno: è una sfida importate e complicata, lo sarà ancora di più dopo l’emergenza sanitaria. La volontà politica di andare avanti insieme, però, ci permetterà di lavorare per dieci anni. Vogliamo confrontarci con i cittadini sugli argomenti da affrontare, possiamo aggiungere le loro idee alle nostre. Le scuole si possono ripensare, se hanno bisogno di nuovi spazi».

«Come lista civica ci siamo concentrati particolarmente sui quattro filoni che hanno una visione a lunga durata - espone Alessandra Durante, portavoce di Fattore Lecco -. Fattore montagna, che diventi una parte integrante del vivere la città e del turismo. Fattore famiglia, mai come questo periodo è un pilastro della nostra società. Servono politiche futuribili, rivolte sia ai giovani, che ai genitori e alla fascia anziana. Fattore talento, che in questa città abbonda. Varia da scuola, tocca l’arte e abbraccia lo sport. Le fragilità non devono rimanere ai margini. Vanno valorizzate le eccellenze e bisogna fare il tifo per loro. Fattore città, che dev’essere connessa e vicina ai cittadini, oltre che aperta al mondo circostante. Sembra il libro dei sogni irrealizzabili, ma abbiamo valutato la fattibilità di ogni punto che compone questo programma».

«Mesi fa abbiamo individuato tre obiettivi da realizzare - espone Alfredo Marelli, segretario Partito Democratico -. Aprire la nostra collaborazione alle nuove realtà del centrosinistra per costruire un programma comune, scegliere un candidato che avesse le qualità umane e le competenze giuste per guidare la città e stilare un programma comune da presentare. In tanti erano disponibili ad assumersi l’onere di guidare Lecco, ma Mauro è il miglior candidato che questa città possa avere in senso assoluto. Questa operazione è importante per lo sviluppo stesso. Non m’impressiona avere messo insieme duecento azioni da realizzare, francamente, perchè sono delineate e coerenti. Nella fase di ulteriore ascolto e partecipazione verranno aggiunte altre azioni, fermo che il punto assoluto è nella visione».

Resinelli, post-Covid, Bione e Under 60

Spazio, quindi, ad altre tematiche: «Piani Resinelli? Il libro dei sogni può essere lungo - risponde Gattinoni -. Non ce li siamo dimenticati, ma è una realtà condivisa con altri Comuni del territorio. In questa fase ci siamo limitati a considerare il perimetro cittadino. Dobbiamo instaurare un dialogo costruttivo con le Amministrazioni che ci circondano, se toccherà a noi useremo questo metodo. In tal senso consideriamo anche Morterone, che ci permette d’includere completamente il Resegone nel nostro piano».

Altro tema impellente è quello delle urgenze legate al post-Covid, come la scuola: «Abbiamo scritto questo programma durante il passaggio dei carri funebri a Bergamo, mentre il Papa parlava davanti a Piazza San Pietro vuota. Il programma non è finalizzato all’affrontare solo l’emergenza, ma dentro al documento si pensa anche all’ampliamento di tempi e spazi della scuola, per fare un esempio, con la collaborazione dei rioni e la riscoperta del rapporto di vicinanza. Un fiume può essere un laboratorio all’aperto, l’esperienza sul campo va inserita nella didattica. Noi vogliamo aprire le scuole e non chiuderle e, quindi, bisogno affrontare il tema del calo demografico che s’è innestato ormai da qualche anno».

Si torna sempre e comunque sul "Bione", la cui idea è quella legata alla trasformazione in un campus ad ampio respiro: «Abbiamo impostato delle direttive trasversali per la crescita dei ragazzi. Accanto alla dimensione sportiva, quindi, abbiamo inserito la dimensione educativa e ricreativa, oltre alla realizzazione di un ristorante. Chi si allena due ore dopo la fine della scuola può recarsi direttamente lì per pranzare, studiare e svolgere la sua attività sportiva. Teniamo, inoltre, i ragazzi in un contesto sano. Va tutto visto in un’ottica sistemica, tramite cui s’innesta un’attività preventiva della salute, perchè è statisticamente dimostrato che chi fa sport s'ammala meno. Si risparmia, quindi, anche sui costi assistenziali e si esegue un investimento a livello sociale»..

Andrà rivisitato anche il Pgt: «Quello attuale non ha funzionato, abbiamo quattordici “buchi neri” come ex-Leuci, Icam e Pagani nel cuore di Lecco. Solo l’area ex-Faini e l’Oratorio del centro città saranno interessate da degli interventi di riqualificazione. Bisogna investire in maniera coraggiosa su questi luoghi».

Punti di dialogo maggiore, o spigolosi, ci saranno stati: «Premesso che tra persone intelligenti non ci sono temi particolarmente spigolosi - aggiunge Gattinoni -, grande attenzione è andata alle scuole e ai giovani. Sul tema delle partitarie abbiamo fatto un approfondimento tecnico e realistico, analizzando la situazione attuale. C’è un bisogno inespresso da parte delle donne, che devono rinunciare al lavoro per accudire i figli. Con la leva del pubblico si può andare incontro alle famiglie». Così Dossi: «Abbiamo ragionato sul tema del “consumo di suolo zero”, ad esempio. Abbiamo trovato una quadra che tiene conto di tutti i temi fondamentali della città con facilità».

La fascia più corposa di cittadini è quella degli Under 50 e 60: «Si devono occupare di quattro generazioni- conclude Gattinoni -. E’ la fascia che, in realtà, è maggiormente interessata dal nostro programma perchè è toccata da praticamente tutti i temi». «Lecco è una città anziana - gli fa eco Anghileri -, per questo motivo servono più punti di aggregazione nei rioni, al pari del “Giglio” di Pescarenico o di “Laorcalab”. In tanti si sono ritrovati soli in questa fase e c’è una quantità enorme di volontariato da poter mettere in campo. Conosco tantissimi sessantenni disponibili a fare delle cose e pronti nella messa a disposizione. Ci sono spazi che vanno messi a norma e sfruttati per la socializzazione reale, non quella dei social». Durante conclude il ciclo degli interventi: «Nel programma abbiamo inserito progetti intergenerazionali, per far convivere e interagire tra loro le varie fasce d’età».

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