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Acque per il consumo umano, arrivano nuove norme per proteggere la salute

Una circostanza dalla quale assume ancora più valore la partnership tra i gestori idrici di tre province lombarde limitrofe: 1.800 campioni prelevati, per un totale di circa 127.200 parametri analizzati

Il decreto legislativo apposito, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 6 marzo, avvia l'attuazione delle nuove norme Ue sulla qualità delle acque destinate al consumo umano. 

L'obiettivo è quello di proteggere la salute delle persone dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione, garantendo salubrità e pulizia.

Il decreto stabilisce i requisiti per i materiali che entrano in contatto con le acque potabili, quali i reagenti chimici e i materiali filtranti attivi o passivi da impiegare nel loro trattamento. 

La valutazione del rischio è fondata sul sistema integrato di prevenzione Water Safety Plan (o PSA – Piano di Sicurezza delle Acque): meccanismo basato sull’analisi di rischio sito-specifica estesa all’intera filiera idro-potabile.

Il processo prevede il monitoraggio dei possibili inquinanti emergenti presenti nelle fonti di approvvigionamento. Fornisce un’informazione adeguata e aggiornata al pubblico sulle acque destinate al consumo umano. Prevede, inoltre, la valutazione dei rischi legati alla distribuzione, compreso il tratto domestico che separa il contatore dal rubinetto.

Microscopio

Garanzie sui controlli

Oltre alle informazioni soprariportate, va considerato che il Centro Nazionale per la Sicurezza delle Acque (CeNSIA) è stato incaricato dell’approvazione dei Piani di Sicurezza delle Acque (PSA) nell’ambito della valutazione della qualità tecnica dell’acqua e del servizio idrico di competenza dell’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA). 

Inoltre, sarà prossimamente istituita l’Anagrafe Territoriale dinamica delle Acque potabili (AnTea), per adeguare e coordinare i sistemi informatici nazionali con quelli istituiti a livello Ue. L'intento è garantire lo scambio di informazioni tra autorità nazionali e Stati membri, creando - così - un sistema centralizzato contenente i dati sanitari ambientali, che servirà ad acquisire informazioni sul controllo dell’attuazione delle nuove norme e garantire un idoneo accesso al pubblico.

Laboratorio

L'acqua e i parametri di qualità 

Il decreto del 6 marzo ha portato con sé delle novità: i parametri chimici da considerare hanno subito la modifica di alcuni valori; ma soprattutto è stato introdotto un elenco di nuove sostanze.

In riferimento alla valutazione del rischio nel tratto domestico, il legislatore europeo ha fissato dei limiti per legionella e piombo.

Più in generale, i controlli – non solo quelli del gestore – saranno da effettuare sulle acque:

- Fornite attraverso una rete di distribuzione, nel punto di consegna, cioè in un punto rappresentativo della rete di distribuzione del gestore idro-potabile prossimo al punto di consegna; 

- Al punto di utenza in cui queste fuoriescono dai rubinetti utilizzati per il consumo umano, all’interno dei locali pubblici e privati;

- Destinate al consumo umano e fornite da una cisterna, nel punto in cui le acque fuoriescono dalla cisterna;

- Confezionate in bottiglie o contenitori e destinate al consumo umano, nel punto in cui sono confezionate in bottiglie o contenitori;

- Destinate al consumo umano e utilizzate in una impresa alimentare, nel punto in cui sono utilizzate in tale impresa;

- Prodotte dalle case dell’acqua, nel punto di consegna e nel punto di utenza;

Staff

Come affrontare queste novità?

Il rispetto dei parametri previsti dalla nuova direttiva richiederà alcuni sforzi ai gestori della rete idrica ed è per questo che Lario Reti Holding, in partnership con BrianzAcque e Como Acqua, ha avviato un progetto di collaborazione e sinergia tra i tre gestori delle province limitrofe.

Il primo anno di collaborazione si è concluso con oltre 1.800 campioni prelevati, per un totale di circa 127.200 parametri analizzati. Facendo squadra, i tre laboratori contano un totale di 6 sedi e 40 addetti.

Il progetto, della durata di tre anni, prevede anche investimenti in attrezzature, sedi e personale, atti a ridurre e prevenire i rischi futuri, individuare i trattamenti da adottare e misurarne la successiva efficacia.

Questa collaborazione proattiva ha portato il gruppo di aziende ad elaborare delle matrici di rischio richieste dai Water Safety Plan, e a preparare - così - i gestori a rispondere prontamente alle richieste dell’Unione Europea. Il sistema ha reso note le modalità di flusso delle acque sotterranee nelle zone confinanti delle tre province.

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