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Calcio: il giovane Andrea Conti torna a giocare in una partita ufficiale dopo oltre un anno

Fine del calvario molto vicina per il giovane di Germanedo, lontano dai campi da un anno e due mesi: a Varese è tornato a giocare con la Primavera del Milan

Cinquantotto minuti con la Primavera per dire che si, finalmente Andrea Conti è vicino alla fine di un calvario durato un anno e due mesi. Il giovane terzino di Lecco, in forza dall'estate 2017 al Milan dopo la proficua esperienza con l'Atalanta, si ruppe il legamento crociato lo scorso 15 settembre 2017, dopo sole cinque partite ufficiali disputate con la casacca rossonera; poi il nuovo intervento, causa cattiva esecuzione del primo eseguito negli Stati Uniti, il 5 aprile 2018, questa volta presso il centro specializzato di Villa Stuart.

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Dopo un lungo percorso di riabilitazione e due convocazioni con la Prima Squadra di Gennaro Gattuso, il 24enne esterno del rione di Germanedo è sceso nuovamente in campo per prendere parte a Milan-Chievo (0-2 il risultato finale), gara del campionato Primavera. La società rossonera gli ha dato il bentornato con un post condiviso su Instagram ("Bentornato in campo Andrea!"), corredato da tre scatti eseguiti dal fotografo ufficiale del club di via Aldo Rossi. Al "Franco Ossola" di Varese era presente anche Paolo Maldini, leggenda e direttore sviluppo strategico area sport del Milan, unitamente al Responsabile del Settore Giovanile Mario Beretta.

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Gattuso: «Deve togliersi le paure di dosso»

Rino Gattuso, intervenuto in conferenza stampa prima di Udinese-Milan, ha fatto il punto sulle condizioni di Andrea Conti, impiegato venerdì sera con la Primavera: «E' fuori da 14/15 mesi, ieri (venerdì) è stato molto intelligente, non si è inventato nulla, è andato molto cauto. Allenarsi e giocare sono cose diverse, l'obiettivo è di dargli continuità di 4/5 partite, farlo arrivare a 90 minuti, dopo vedremo. Il fatto che vada a giocare con la Primavera è molto importante, deve levarsi le paure ma ci sta. Cambia il modo di correre, vedi i fantasmi, ti rimane in testa il dolore atroce quando ti fai male. La cicatrice ti rimane in testa non nel ginocchio. Quando crossa, quando imbuca, quando corre, è un giocatore forte, è un giocatore che dobbiamo mettere in condizione, ci può dare una grandissima mano».

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