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Stop bullying, storia della gattina Sofia

La bella e tenera storia raccontata da Paola Meregalli

"Stop bullying, storia della gattina Sofia". Questo il titolo del bel racconto che riceviamo e pubblichiamo volentieri, messo nero su bianco da Paola Meregalli legata a un'associazione lecchese che si occupa degli amici a quattro zampe.

"Un bel giorno, in una casa famiglia, venne ospitata una gattina piccolissima di nome Sofia, minuta affamata e molto triste. La piccolina era stata abbandonata insieme alla mamma e fratellini in un boschetto pieno di ferraglia e rami secchi, un ambiente molto ostile per sopravvivere. Ma un bel giorno le stelle pregarono per loro e vennero soccorsi dai volontari dell’associazione Zampa amica. Sfortunatamente però la piccola Sofia venne separata subito dalla mamma e dai suoi fratellini a causa di una malattia al suo piccolo occhietto che la portò a ben cinque interventi ma con nessun buon risultato.

Per la piccola Sofia i veterinari confermarono la cecità parziale. Entrata in casa famiglia, occupata da altri gatti abbandonati, era al centro dell’attenzione. Tutti gli altri gatti intorno la guardavano male escludendola dal gruppo. I gatti nella splendida casa erano ben curati e molto belli col mantello lucido di vari colori; rosso, maculati e bianchi, tranne la piccolina tutta nera e senza un occhio. La stessa famiglia, proprietaria della casa, si vergognava di averla e quasi non la nutriva, la separava dal gruppo e non lo faceva dormire insieme agli altri gatti per scaldarsi e ovviamente non la faceva giocare con loro. Sofia giocava con le cimici, le lucertole e le zanzare considerati gli animali più stupidi della casa e tutti la prendevano in giro: 'guardate come sono stupidi'... 'perfetti per giocare con Sofia ahahah'... dicevano.

Allora un giorno che se ne stava in disparte a guardare gli altri giocare, una vecchia tartaruga di nome Cleopatra, ormai in pensione, le chiese perché non andasse a giocare con gli altri gatti. 'Mi sembra ovvio, è perché sono nera e senza un occhio' disse Sofia. 'Lo immaginavo' rispose la vecchia tartaruga. 'Noi animali rettili siamo sempre stati discriminati e considerati stupidi, ma in realtà siamo un passo avanti a voi mammiferi: lo vedi lui? Si chiama Apollo ed è una tartaruga tutta nera. E sai perché gioca con le altre tartarughe? Perché noi siamo intelligenti ed abbiamo superato la questione già da un po’. Abbiamo capito che non è importate l’esterno dell’animale, ma ciò che ha dentro, se ha un animo buono o se è dispettoso e antipatico. Ai tuoi coetanei piace giocare con le palline, gomitoli di lana e passare il tempo a Montevecchia a prendere il sole vero?'

'Si, perché?' rispose Sofia. Allora la vecchia tartaruga suggerì alla gattina un modo per far capire agli altri gatti che l’importante non è l’estetica. Domani quando andranno a Montevecchia colora il tuo pelo di rosso e indossa un paio di occhiali da sole, gioca con le palline insieme ai gomitoli di lana, così da diventare irriconoscibile, dopodiché vai dai tuoi amici che saranno uguali a te con lo stesso colore del pelo e gli stessi occhiali. Divertiti con loro e soltanto quando finirete di giocare rivelerai che sei Sofia'.

Un po' dubbiosa la gattina chiese alla vecchia tartaruga come ciò non la farà più allontanare dagli altri gatti. Allora la vecchia tartaruga gli disse che soltanto così capiranno che non è importante il colore della pelle e l’estetica ma la simpatia e la bontà d’animo. Sofia non aveva ancora capito bene, ma ringraziò la vecchia tartaruga e tornò in casa famiglia. Il giorno dopo, seguendo i consigli che gli erano stati dati, si colorò il pelo, mise gli occhiali da sole e andò a giocare con gli altri gatti.

'Ciao!' disse Sofia agli altri gatti che la guardavano smarriti; 'Sono nuova di qui, potrei giocare con voi?' - 'Certo!' dissero gli altri. Iniziarono a giocare tutti insieme e si divertivano un mondo con la nuova arrivata. Quando dovettero andare via, Lion, il più grande del gruppo ed una sorta di leader tra i gatti chiese a Sofia il suo nome. 'Sono Carlotta' rispose; 'E da dove vieni?' - 'Dalla casa famiglia accanto alla vostra qui vicino' disse dubbiosa Sofia. Lion disse a Sofia: 'Sai Carlotta, ci siamo divertiti molto con te, non esitare a venire quando vorrai” a quel punto gli amici di Sofia andarono a lavarsi e lei mostrò la sua vera identità. I gatti rimasero sbalorditi e quindi Sofia disse: 'Avete capito perché ho finto di essere una estranea? Perché così mi avreste accettato per quello che sono una gattina con un occhio solo e con un colore di pelle diverso dal vostro'.

Allora tutti i gatti intorno capendo di essere stati molto stupidi dissero: 'Ti chiediamo scusa Sofia ed ora ci vergogniamo molto per non aver capito che il colore della pelle e l’estetica non ha importanza rispetto al valore dell’animo. Da oggi in poi farai parte nel nostro gruppo e giocheremo sempre insieme'. Il cuore di Sofia si riempì di felicità e le stelle dal cielo gli sorrisero condividendo la sua gioia Da quel giorno tutti vissero felici e contenti. Sei speciale Sofia, con amore la tua padroncina, Paola Meregalli".
 

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