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In fuga dall'Ucraina sotto le bombe: "Grazie per aver accolto me e i miei bimbi"

La testimonianza di Anna, ospite ad Abbadia dopo un viaggio estenuante di 20 ore con un'altra mamma, una nonna e 4 bambini. "Kharkiv è devastata"

Quando la raggiungiamo ad Abbadia la troviamo mentre guarda serena i propri figli giocare nell'orto della famiglia che li accolti. Ma dai suoi occhi traspare ancora il terrore per l'attacco che ha devastato la sua città in Ucraina, la stanchezza per un viaggio estenuante, la preoccupazione per i famigliari ancora a Kharkiv sotto l'assedio dell'esercito russo. "Grazie per averci accolti, domani ripartiremo alla volta della Calabria dove si trovano alcuni nostri parenti che ci accoglieranno. In Ucraina è un inferno. Bombe, attacchi continui, persone in fuga e stremate. Mio marito e altri nostri famigliari sono ancora là. Non è facile raccontare la tragedia che il mio popolo sta vivendo".

Per parlarci Anna ci mostra alcune immagini con il cellulare della sua Kharkiv dove continua la battaglia tra morti e colpi d'arma da fuoco. Conosce un po' l'inglese, si aiuta con il traduttore di google, prova a farsi coraggio e a sorridere. Ci presenta poi i suoi due figli ancora piccoli mentre giocano con altri due bimbi come loro in fuga dal loro Paese a causa di una guerra che lascia senza parole gli adulti, ma ancor più folle, brutale e inspiegabile se vista con gli occhi dei piccoli.

"Là ci sono ancora mio marito e altri parenti"

Anna guarda cell-2

Anna ci mostra le immagini di Kharkiv mentre, sullo sfondo, i bimbi giocano.

"Sono i figli di un'altra mamma che abbiamo ospitato qui nel nostro immobile nella frazione di Borbino, che usiamo come bed&breakfast e che abbiamo voluto mettere a disposizione qualche giorno per l'emergenza - racconta Stefano Fois, promotore di una raccolta beni di prima necessità in paese, aiuti già partiti alla volta dell'Ucraina. Sono in contatto con un volontario della zona di Milano che viene di frequente qui sul lago, partito alla volta del confine con la Polonia per portare in Italia donne e bambini da ricongiungere con i propri cari che già si trovano qui in Italia. Questa notte hanno dorimito da noi due mamme, una nonna e i loro 4 bambini dai 4 agli 8 anni, l'altra donna ora è stanca e preferisce non parlare. Come potete immaginare sono momenti molto difficili. Stiamo cercando di dare loro un po' di sollievo e di speranza".

Guerra in Ucraina, arrivano le prime famiglie di profughi: "Sconvolti e in lacrime"

"Sono arrivati qui ad Abbadia ieri sera, sabato 5 marzo e ripartiranno alla volta della Calabria molto probabilmente già domani, lunedì - continua Stefano Fois - A prenderli è andato l'amico di cui vi dicevo con il mio furgone, accompagnato da altri volontari in macchina, portando sul posto gli aiuti raccolti ad Abbadia nei giorni scorsi. Appena possibile ripartiranno subito per aiutare altri profughi portando medicine e cibo di prima necessità frutto di una raccolta mirata".

"Un viaggio molto complicato. Sul posto abbiamo portato aiuti"

"Sono partito tre giorni fa, come tanti altri autisti da Milano (dove ci sono diverse persone che appartengono alla comunità moldava e ucraina) diretti nei campi di accoglienza al confine tra Polonia e Ucraina, portando aiuti sul posto e riportando persone qui - racconta il volontario alla guida del furgoncino che ha permesso ad Anna, ai suoi figli e all'altra famiglia di raggiungere l'Italia - Io sono partito con un mio amico e dopo un viaggio come potete immaginare molto complicato siamo riusciti ad arrivare con aiuti e medicinali in una località nella Polonia vicino al confine, lungo la via principale che si collega con la città di Leopoli in Ucraina. Eravamo due auto, quattro conducenti, abbiamo portato in Italia 12 persone tra adulti e bambini. Il viaggio di ritorno è durato 20 ore. Ora siamo pronti a ripartire per soccorrere altre persone in fuga dalla guerra".

"In attesa di partire per la Calabria siamo in contatto con Kharkiv con un canale Telegram perchè la ci sono ancora mia nonna e mio marito - racconta infine Anna - Quando l'attacco alla nostra città è iniziato io ero ancora lì, bombe e proiettili hanno iniziato a piovere sulle nostre teste. Non appena possibile sono scappata per mettere in salvo i miei piccoli. Voglio ringraziare tutti coloro che, in Italia e in Europa, ci accolgono e ci aiutano, soprattutto con i nostri bambini piccoli. Kharkiv è grande, al momento mi dicono che circa metà della città riesce ancora a resistere, l'altra metà purtroppo non esiste più. C'è davvero una spaventosa guerra in atto in Ucraina. Speriamo che tutto questo orrore finisca al più presto".

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