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Il genio lecchese che il mondo non riconosce: è Giuseppe il "papà" delle parole crociate

Un video pubblicato su Youtube riporta alla luce la vicenda del primo schema pubblicato nel 1890 da Airoldi, impiegato in Municipio: la sua invenzione è ritenuta ingiustamente meno valida rispetto a quella dell'americano Arthur Wynne del 1913

C'è un lecchese, grande fra i grandi di fine Ottocento, che purtroppo non è (degnamente) celebrato a sufficienza. Se chiedessimo a internet di indicarci l'inventore delle parole crociate, o incrociate, o cruciverba, il primo nome che la rete ci suggerirebbe è Arthur Wynne, americano che nel 1913 dà alle stampe uno schema sul Fun, supplemento natalizio del New York World: un "word-cross puzzle", trasposto poi per errore in "cross-word puzzle". Crossworld è il termine che ancora oggi indica in lingua inglese le parole incrociate.

Non tutti sanno però che il pioniere è italiano, anzi lecchese, Giuseppe Airoldi: nel 1890 l'impiegato comunale, appassionato di musica e, appunto, enigmografia, pubblica su Il Secolo Illustrato, supplemento del celebre quotidiano Il Secolo, un quadrato di quattro caselle per quattro con definizioni verticali e orizzontali. E la scelta è un omaggio alla sua città: verticali come le montagne di Lecco, orizzontali come il lago. 

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A sinistra il gioco di Airoldi, a sinistra quello di Wynne

Uno schema "anonimo"

È la prima volta che si vede un gioco del genere, c'è dunque grande curiosità. Airoldi non vuole firmarsi con il suo nome perché si tratta di un giornale concorrente rispetto al Corriere della Sera, per il quale scrive sulla cronaca. La scelta, non firmarsi e successivamente usare uno pseudonimo, lo condannerà all'oblio: Airoldi decide infatti di non portare avanti le sue "parole incrociate", ritenendo il pubblico ancora non pronto a un gioco tanto diverso da rebus e sciarade. Sarà questa decisione, col senno del poi, a favorire il successo dello schema di Wynne oltre vent'anni più tardi, un rombo vuoto al centro con caselle numerate a intervallare le parole.

Airoldi e la sua invenzione vengono riscoperti soltanto nel 1959 grazie alle attente ricerche di Angelo Zappa, a sua volta appassionato e cultore dell'enigmistica. Vengono proposte iniziative per celebrarne la memoria ed è eretta la "Fontanella della Sfinge" al Parco Belgiojoso: una celebrità fugace che svanisce ben presto, facendo risprofondare Giuseppe Airoldi nell'ombra.

A proiettare un nuovo cono di luce sulla vicenda, e sull'eterna sfida con Arthur Wynne, è ora il giornalista lecchese Stefano Bolotta, nostro collaboratore, con un video caricato di recente sul suo canale Youtube.

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