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Martedì, 23 Aprile 2024
Attualità Osnago

"Più badili meno tastiere", il consiglio dello scrittore lecchese Giorgio Maggioni

Nel suo nuovo saggio, l'esperto brianzolo di web marketing mette a confronto il lavoro manuale con quello digitale indagando scritti e riflessioni di esperti del settore

Si intitola "Più badili e meno tastiere" il libro che racchiude un breve saggio di Giorgio Maggioni, autore già noto per la pubblicazione di un breviario semplice di Web media marketing, volto a rendere semplice ciò che abbiamo noi stessi complicato.

Alla sua seconda prova d'autore, Giorgio Maggioni sceglie di rimanere ancora entro i confini del mondo digitale, il suo contesto specifico essendo esperto e sviluppatore di modelli di business on-line, nonché docente di Web marketing per l'internazionalizzazione d'impresa. 

L'autore di "Più badili meno tastiere", 52enne di Osnago, ha ragionato sulla dicotomia lavoro manuale/lavoro digitale, indagando scritti e riflessioni di esperti del settore, mettendo a confronto ipotesi e tesi, concludendo con un finale aperto, con la saggezza di chi sa che ciò che oggi è dogma domani potrebbe non esserlo più. «Il primo conflitto è quello che può essere percepito dai nostri cinque sensi - spiega Maggioni - e prevede che ci siano sempre un emittente e un ricevente che si scambiano gesti, parole, mimica facciale e corporea nel momento in cui comunicano. Il secondo è il mondo del possibile, quello che si può riprodurre facendo uso di strumenti elettronici e informatici, come un computer o uno smartphone».

Dietro uno schermo diamo il meglio o il peggio di noi? «C'è un principio così semplice da apparire banale e scontato, ogni volta in cui ci si appresta a scandagliare questo universo parallelo del virtuale, e cioè che gli strumenti tecnologici non sono di per sé il diavolo o l'acqua santa - continua Maggioni - è l'uso che noi ne facciamo a renderli pericolosi o utili, se non indispensabili, nelle nostre giornate».

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La principale difficoltà durante il lockdown è capitata in sorte ai bambini e alle lezioni via Dad. «Il successo di applicazioni come TikTok, che si rivolge proprio ai giovanissimi, non è un segnale positivo. Lo sarebbe di più una loro voglia incontenibile di correre su un campetto da calcio - incalza Maggioni - o di fare una gita in bicicletta con le amiche. Oltre a maturare l'asocialità, essi talora si associano in gruppi, vere e proprie gang virtuali, per deridere coetanei e coetanee, distruggendo la loro forza identitaria, spingendoli a volte verso folli esperienze estreme o verso l'annullamento definitivo di sé. Lo strumento tecnologico non trasforma ogni adolescente in un soggetto a rischio, ma aiuta qualora sfugga al controllo adulto e alla regola del danno creato dall'eccedenza».

Le criticità interessano anche il mondo degli adulti. «Gli anziani, invece, analfabeti digitali, sono coloro ai quali si rivolge un nuovo settore, quello della medicina filtrata attraverso una Intelligenza Artificiale: può diventare un aiuto straordinario - conclude l'autore lecchese - a patto che non sostituisca l'umanità del medico che non nega mai un sorriso o una stretta di mano calorosa a un suo anziano paziente in fase di criticità».

In conclusione delle sue riflessioni, Giorgio Maggioni propone la necessità del lavoro manuale come medicina del corpo e dello spirito, rifacendosi anche a teorie illustri in proposito: se non ci piace il badile per rivoltare la terra dell'orto abbiamo a disposizione il lavoro a maglia, il bricolage, l'uncinetto o qualsivoglia altra simile attività, purché venga abbandonata per un po' la tastiera del Pc.

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