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Sabato, 20 Aprile 2024
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Benzina e diesel, perché c'è il rischio di nuovi rincari

Dal 5 febbraio scatta l'embargo europeo sui prodotti raffinati provenienti dalla Russia: ogni giorno verranno a mancare circa 5 milioni di barili. L'allarme delle associazioni: "I listini dei carburanti in Italia potrebbero toccare nuovi record"

Sembra proprio non esserci pace sul fronte carburanti. Dopo il mancato taglio delle accise da parte del governo, un nuovo spettro aleggia sui prezzi di benzina e diesel. Come illustrato dai colleghi di Today.it da oggi, domenica 5 febbraio, scatterà infatti l'embargo deciso dall'Unione Europea sui prodotti raffinati russi, una misura che rischia di produrre nuovi aumenti dei carburanti alla pompa con danni sia sul fronte dei costi dei rifornimenti, sia dell'inflazione. L'allarme rincari, che pesa anche su tanti lecchesi, sembra dunque non fermarsi.

Carburanti, cosa succede il 5 febbraio

La giornata di oggi rischia quindi di essere un punto di non ritorno. L'embargo europeo riguarderà tutti i prodotti raffinati provenienti dalla Russia. Si tratta del secondo embargo dopo quello alle importazioni di greggio via mare del 5 dicembre 2022. Un nuovo "scossone" che potrebbe far lievitare ancora i prezzi di benzina e diesel, che in modalità servito hanno già superato i 2 euro al litro. Gli effetti reali sui mercati europei sono comunque ancora incerto: l'Ue ha già dimezzato le importazioni di gasolio russo e aumentato le importazioni dagli Stati Uniti e da altri Paesi. Una strategia attuata preventivamente proprio per evitare peggiori conseguenze dall'embargo.

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Quello che però è certo è che a partire dal 5 febbraio verranno a mancare oltre un milione di barili al giorno, un quantitativo pari ad un quarto della domanda europea. Anche l'impatto sull'Italia potrebbe essere lieve o quantomeno non immediato. Ad un certo punto il conto dell'embargo potrebbe arrivare (basti pensare semplicemente ai costi di trasporto che saliranno rispetto a oggi, con possibili riflessi alle pompe). A quel punto sì che sarà utile contare sull'accisa mobile prevista dal governo. Perché, in sintesi, un generale incremento dei listini non può essere affatto escluso.

I prezzi al servito e ai self secondo i dati del Ministero

Il rischio di nuovi aumenti ha mandato in allarme le associazioni dei consumatori, già sul piede di guerra dopo la decisione del governo Meloni di non rinnovare il taglio delle accise sui carburanti. Secondo il presidente di Assoutenti Furio Truzzi "i listini alla pompa potrebbero così toccare in Italia nuovi record, considerato che già oggi sulle autostrade il gasolio in modalità servito è tornato a superare quota 2,5 euro al litro su diverse tratte".

Secondo i dati settimanali del Ministero dell’Ambiente il prezzo al servito per diesel e benzina sia rispettivamente di 2,007 euro al litro e 2,051 euro al litro, mentre al self service i prezzi oscillano tra 1,859 e 1,883 euro per la benzina e tra 1,904 e 1,926 euro per il diesel. Numeri elevati, che hanno spinto Massimiliano Dona, presidente dell'Unc (Unione Nazionale Consumatori) a chiedere la reintroduzione del taglio sulle accise introdotto da Draghi: "Rispetto al 31 dicembre 2022, oggi un litro di benzina costa quasi 23 centesimi in più, con un rincaro del 13,8%, pari a una stangata di 11 euro e 36 per un pieno da 50 litri, 273 euro su base annua considerando 2 pieni di carburante al mese a famiglia, mentre il gasolio sale del 12%, oltre 20 centesimi al litro, pari a 10 euro e 22 centesimi a rifornimento".

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