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C'è anche un calolziese nello staff che ha lavorato al successo di Kamala Harris

Bruno Carenini ha supportato la campagna elettorale democratica di Joe Biden e in particolare della vicepresidente eletta degli Stati Uniti. «Ho seguito l'informazione verso i millennials delle comunità italo americane. Felicissimi del risultato, non era scontato»

C'è anche un calolziese dietro le quinte del successo di Joe Biden e Kamala Harris, neo presidente e vice eletti degli Stati Uniti d'America. Bruno Carenini, esperto di comunicazione e di relazioni internazionali - e già impegnato nella campagna elettorale di Hillary Clinton quattro anni fa - questa volta ha lavorato in modo specifico sul fronte del dialogo con gli elettori più giovani. E lo ha fatto dall'Italia a distanza causa Covid, collaborando on line in modo continuo con lo staff della senatrice della California.

Raccontandoci la sua esperienza, Carenini (nato a Lecco e di recente trasferitosi a Gallarate) non nasconde la propria soddisfazione per il successo Dem, ufficializzato nel pomeriggio di ieri in Italia grazie ai dati favorevoli di stati chiave come il Nevada e la Pennsylvania, seguiti a quelli di Michigan e Wisconsin.

Un lavoro a distanza causa emergenza Covid

«Grazie allo staff della Senatrice Kamala Harris, nuovo Vice Presidente eletto Usa per avermi permesso di collaborare in questi cinque mesi nel coordinamento strategico di comunicazione per i millennials delle comunità Italo americane democratiche - ha commentato Bruno Carenini nella serata di ieri - Sono onorato del lavoro fatto e di aver dato il mio contributo all'interno di un team molto vasto, in cui il lavoro di squadra promosso proprio da Kamala Harris è stato importantissimo. Buon lavoro a tutti loro».

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Oggi lo abbiamo ricontattato per farci raccontare la sua esperienza e chiedergli un'analisi del voto. «Io seguivo l'attività dei Democratici direttamente già da marzo e aprile - racconta Carenini - In quel periodo avrei dovuto iniziare ad essere essere negli Stati Uniti una settimana al mese nello staff di Joe Biden, poi mi hanno spostato in quello di Kamala Harris allo scopo di seguire il coordinamento della comunicazione strategica destinata ai millennials delle comunità italo americane negli States. Ero già stato nel team di Hillary Clinton nel 2016 contro Trump, ma questa volta il Covid mi ha impedito di andare personalmente sul posto. Quindi abbiamo lavorato a distanza tramite video call, con tre sessioni settimanali dalle ore 11.30 di notte alle 7.30 di mattina in cui ogni gruppo portava avanti i propri compiti relativi alla campagna elettorale».

Un lavoro impegnativo, anche da remoto. «Quindi sono dovuto rimanere in Italia e comunicare a distanza è stato ancora più impegnativo. Di sicuro dopo un'esperienza importantissima come quella di quattro anni fa, questa volta avrei voluto essere di persona nel Delaware per seguire la campagna, avevo già diversi accordi e contratti per televisioni e network per fare da reporter. È andata così - aggiunge il lecchese - ma sicuramente adesso inizierò ad andare una volta al mese cinque giorni negli Stati Uniti a seguire il team di Kamala Harris da vicepresidente eletta anche perchè, vista l'età, potrebbe essere lei tra quattro anni la candidata alla massima carica della Casa Bianca, dopo le primatrie. Ma ora ci occuperemo di Biden e del suo operato che sarà sicuramente ottimo».

«Biden è un gentiluomo che saprà unire, Kamala ha una grande forza e crede nel lavoro di squadra»

Carenini è quindi entrato nel merito del risultato delle urne. «Siamo molto felici di queste elezioni, anche se è stato difficile, un risultato non certo scontato». In termini assoluti Trump ha infatti ottenuto più voti delle scorse elezioni che lo avevano visto vittorioso contro la Clinton ed era un presidente uscente, poche volte gli americani non hanno rieletto il proprio commander in chief. Questa volta però Biden, con un maggiore afflusso al voto, ha avuto la meglio sia in termini di voti assoluti che di grandi elettori nei singoli Stati conquistati.

«Negli ultimi tre o quattro giorni si pensava potesse recuperare il candidato repubblicano - commenta Carenini - Temevamo un dejà-vu con quanto successo con la Clinton anche perchè Trumo ha saputo interpretare molte ragioni, in parte condivisibili dell'America più profonda. Ma, nel suo mandato aveva avuto un atteggiamento arrogante e gli americani hanno voluto premiare questa volta una persona affidabile, capace, un uomo pronto a unire e dialogare, senza soffiare sul fuoco delle divisioni, come Biden. Un gentiluomo attento ai diritti, all'economia, alla salute». 

E poi l'importante ruolo di Kamala. «Agisce con determinazione e allo stesso tempo umiltà, crede moltissimo nel lavoro di squadra, interpretando valori cari agli statunitensi come il merito e la capacità di lottare per gli ideali nei quali si crede. Gli americani - conclude il blogger ed esperto di comunicazione - impareranno sempre di più ad apprezzare questa senatrice ed ex procuratore della California. Anche i media, vedrete, la seguiranno con sempre maggiore attenzione anche perchè come dicevo, sarà la futura stella dei Democratici».

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