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Sabato, 20 Aprile 2024
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Il 30% di famiglie non paga la mensa scolastica, il sindaco: "Problema da risolvere"

Calolzio, l'appello di Ghezzi dopo i solleciti della società: "Troppi arretrati, almeno chi può paghi al più presto. Dobbiamo evitare complicazioni per l'erogazione del servizio"

A Calolzio quasi un terzo delle famiglie non pagano o sono in ritardo con i pagamenti della mensa scolastica dei propri figli. Il problema sta assumendo numeri preoccupanti ed è stato portato all'attenzione pubblica dal sindaco Marco Ghezzi che ha voluto lanciare un appello affinchè i genitori indietro con i versamenti si mettano in regola per evitare che la società incaricata di preparare i pasti possa valutare provvedimenti limitativi nell'erogazione del servizio, con evidenti disagi per le famiglie interessate e non solo.

I numeri snocciolati dal primo cittadino - e dal funzionario del Settore Servizi alla Persona Edoardo Riva - in una conferenza stampa organizzata proprio per lanciare un appello in ottica di mediazione e soluzione del problema, parlano chiaro: su circa 900 alunni, ci sono ben 241 famiglie che non pagano regolarmente la mensa.

I dati: in arretrato 241 famiglie su circa 900 alunni

Le cifre dei mancati versamenti sono nella maggior parte dei casi contenute, ma in qualche situazione più radicata si arriva perfino a 800 o 900 euro ancora da pagare. Una cinquantina di famiglie sono in arretrato per cifre entro i 10 euro, un centinaio per somme sopra i 30, una trentina oltre i 100 euro (mentre i rimanenti si trovano nella fascia da 10 a 30). Il servizio mensa in questione riguarda asilo nido, scuola dell'infanzia, scuola primaia (soprattutto) e scuola media. Il costo del singolo ticket è pari a 4,70 euro con possibilità di prezzi calmierati in caso di più figli che usufruiscono del servizio legato alla scuola pubblica.

Riva, Valsecchi, Ghezzi.-3

Il funzionario comunale Edoardo Riva, il vicesindaco Aldo Valsecchi e il sindaco Marco Ghezzi.

"Alla società mancano 14.000 euro, occorre cambiare rotta"

"Il dato di fatto è che alla società Ladisa di Bari mancano circa 14.000 euro di versamenti non effettuati e di recente sono tornati a evidenziare il problema - spiegano Ghezzi e Riva - Il nostro timore è che possano prendere provvedimenti a danno del servizio, dato che sono formalmente nel giusto e non si vedono corripondere i dovuti ticket mensa come da contratto. Noi abbiamo chiesto di mantenere il servizio e soprattutto di non considerare in alcun modo  l'ipotesi di evitare di non dare il pasto ai bambini di genitori che non pagano perchè sarebbe scorretto e discriminatorio verso i piccoli. La società non ha indicato nessuna contromisura specifica, ma non nascondiamo il timore che possa in futuro esserci una rescissione degli accordi per inadempimento. E questo vogliamo evitarlo per non creare disagi alle famiglie e per non essere costretti a cercare altre società". Tra l'altro proprio i ritardi nei pagamenti renderebbe Calolzio meno appetibile per altri eventuali erogatori del servizio.

Il problema riguarda anche altri comuni del circondario

"Il problema riguarda anche altri Comuni del circondario e va affrontato e risolto - aggiunge Ghezzi - L'Amministrazione non ha competenze dirette in merito ma può e vuole svolgere un ruolo di mediazione. Sarà al stessa Laudisa nei prossimi giorni a inviare raccomandate di sollecito ai diretti interessati, alcuni dei quali hanno ignorato i precedenti avvisi".

"Riteniamo comunque che molti genitori siano indietro per dimenticanza. Chiediamo quindi, soprattutto a coloro che non hanno problemi economici, di pagare al più presto la mensa dei figli. Anche tante piccole quote sommate aiutano ad abbattere la cifra dovuta. Ricordo inoltre che coloro i quali hanno difficoltà economica possono rivolgersi ai Servizi sociali, in base all'Isee ci sono degli aiuti, l'Amministrazione già stanzia 70.000 euro per aiutare famiglie in difficoltà in questo ambito. L'importante - conclude il primo cittadino - è invertire la rotta, risalire la china, e trovare un'intesa con la società erogratice nel servizio. Un servizio che funziona e che vogliamo continui senza problemi per il bene di tutti, evitando soprattutto disagi ai bambini che ovviamente non hanno alcuna responsabilità".

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