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Cava di Chiuso. Il Comune ora dice "ni", le minoranze: «Si dica un "no" senza riserve netto al progetto»

Le proteste e la raccolta firme dei residenti, arrivata a 500 sigle, ha portato Palazzo Bovara a fare una retromarcia, ritenuta troppo parziale dai gruppi di minoranza durante l'apposita Commissione

Prosegue la discussione sulla possibilità di realizzare una discarica nella zona della cava di Chiuso, estremo rione di Lecco da qualche settimana al centro dell'attezione anche per questa tematica. Dopo aver inizialmente dato parere positivo alla realizzazione dell'are, il Comune di Lecco è stato bersagliato da minoranze e, soprattutto, residenti del rione: cinquecento, infatti, sono state le firme contrarie raccolte tra i residenti. Nella serata di giovedì 13 si è radunata la Commissione Cava di Chiuso: la maggioranza ha cambiato il proprio parere in merito al progetto, ma il secondo punto che sarà votato durante la prossima riunione del Consiglio Comunale ha fatto indispettire non poco le minoranze.

Cava di Chiuso: il secondo punto fa discutere

Questo lo stralcio del testo riportato sulla delibera:

2. Nel caso la Provincia di Lecco concludesse la conferenza di servizio con l'emanazione di autorizzazione in variante dell'insediamento in oggetto, si richiede di tener conto delle
seguenti prescrizioni nel documento finale autorizzatorio:

a) il nuovo impianto di recupero rifiuti non pericolosi deve essere funzionale e connesso all'attività esistente, e non prefigurarsi come attività economica a se stante dedita allo stoccaggio e trattamento anche di materiali di terzi;

b) che l’attività di recupero rifiuti non pericolosi, in oggetto, non comporti un incremento dei volumi di traffico in transito da e per l'azienda, come peraltro già attestato da dichiarazione della proprietà e dalle relazioni sull'impatto viabilistico;

c) formazione di una fascia di rispetto all'interno dell'ambito di trasformazione, prospiciente l'insediamento, di esclusione dell'edificato residenziale;

d) mantenimento della quantità di Verde di mitigazione stabilito dall'ambito di trasformazione con recupero di detta area in altra localizzazione all’interno dell’Ambito di trasformazione;

e) completamento delle opere di sistemazione stradale del tratto di via Molini 5 che andrà preventivamente concordata con l’area Tecnica 6 del Comune di Lecco da realizzarsi prima dell'inizio lavori inerenti l'autorizzazione del nuovo insediamento.

3. Di trasmettere il presente parere alla Provincia di Lecco nell'ambito della conferenza di Servizi inerente l'iter autorizzatorio dell’insediamento in argomento.

Di precisare che il Consiglio Comunale, con separata votazione, resa ai sensi di legge e dal seguente esito a norma dell'art. 134, comma 4, del D.Lgs. n. 267 del 18.8.2000, ha dichiarato la presente deliberazione immediatamente eseguibile attesa l'urgenza di provvedere in quanto parte di un procedimento in itinere in capo ad altro Ente.

Cava di Chiuso: "ni" della maggioranza, insorgono le minoranze

La sostanza del documento, come detto, ha fatto storcere parecchio il naso alle minoranze della Commissione: i consiglieri Filippo Boscagli, Massimo Riva, Antonio Grandino, Emilio Minuzzo, Alberto Negrini, Alberto Anghileri, Stefano Parolari hanno ribadito fermamente, attraverso un emendamento, la volontà di «tirare una bella riga sopra il punto 2.», poichè «non può esserci «un "ni", un "no", un "no, però"», ovvero un «"no" condizionato soprattutto dopo il lungo percorso condiviso da tutti con i cittadini di Chiuso».

Più di mille note tecniche e giri di parole - ha scritto il consigliere Boscagli -, senza bizantinismo e demagogia, ci sono occasioni in cui la cosa più utile è una bella riga.
Ecco la semplicità dell'emendamento presentato ieri sera in aula e ad oggi sottoscritto da Filippo Boscagli, Massimo Riva, Antonio Grandino, Emilio Minuzzo, Alberto Negrini, Alberto Anghileri, Stefano Parolari.
In sintesi “Sia il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno”, per cui se il Consiglio Comunale boccia la variante la boccia, se no l'approva. Non può esserci un NI, un SO, un NO però, non si può pensare ad un NO condizionato soprattutto dopo il lungo percorso condiviso da tutti con i cittadini di Chiuso.
E' una questione di rispetto del ruolo di una Istituzione, la più importante della città, a cui non si può chiedere di dare un parere ma anche dichiarare che se il parere non va bene comunque va bene lo stesso...e come noto, la mancanza di rispetto istituzionale o dei rispettivi ruoli e professionalità, è anche l'unica cosa che mi fa uscire di testa in aula.

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