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Magnodeno: «La fine dell'escavazione dev'essere allargata anche alle cave Vaiolo Bassa e Cornello»

Il Comitato: «Il Comune deve parlare anche delle altre aree coinvolte». Stasera la Commissione V a Palazzo Bovara

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LeccoToday

Sono fresche di una settimana fa le parole del Sindaco di Lecco per cui la politica inizierebbe da ora ad influire sulla questione dell’escavazione del Magnodeno.

Cercando di dimenticare il recente passato, quando il Comune poteva già iniziare il blocco di parte dell’escavazione sul Magnodeno, motivando un parere non favorevole alla richiesta di autorizzazione all’ampliamento, le parole del Sindaco sembrerebbero affermare che il Comune di Lecco può finalmente proporsi quale attore protagonista su questo tema: insomma, salvare il Magnodeno sì, ma dopo il 2034. A tal fine il Comune si servirà di uno strumento che ha tra le sue mani fin da ora, ovvero il Piano di Governo del Territorio (PGT), in modo da modificare gli indirizzi d’uso affinché DOPO IL 2034 quell’area possa tornare a poter essere fruita da tutti.

Ascoltiamo queste parole con la curiosità di chi attende che dagli intendimenti generali, in breve tempo, si possa passare a considerazioni più specifiche da parte della maggioranza lecchese e che si traducano presto in azioni mirate a raggiungere l’obiettivo: SALVARE IL MAGNODENO, almeno a partire dal 2034.

Ecco che, in data 20 maggio, arrivano i primi fatti: la Giunta presenta una delibera con in oggetto la “[...] destinazione ad uso pubblico delle aree relative alla scheda ATEi3 cava Vaiolo alta del nuovo piano cave della provincia di Lecco”, con cui si delibera di “dare mandato al Dirigente dell’Area 8 Sviluppo Urbano, Economico e Infrastrutture per l’adozione dei successivi provvedimenti finalizzati alla delibera di Consiglio Comunale per la destinazione di uso pubblico delle aree relative alla Scheda ATEi3 Cava Vaiolo Alta del vigente NUOVO PIANO CAVE DELLA PROVINCIA DI LECCO prossimo venturo”. Il Comune orienterebbe così, una volta finita l’attività estrattiva in Vaiolo alta nel 2034, le opere di recupero allo scopo di far tornare naturalizzata, pubblica e fruibile quell’area.

La delibera di Giunta parla chiaro, e, se la politica inizia da qui, essa ci parla esplicitamente SOLTANTO DI ATEi3.

Ambito estrattivo Atei 2 - Vaiolo Bassa - Piano cave - relazione tecnica-2
Ambito estrattivo Atei 2 - Vaiolo Bassa - Piano cave - relazione tecnica-2

Perché allora non vincolare, oltre ad ATEi3 (l’area di Vaiolo alta, oggetto dell’ultima autorizzazione), anche le aree ATEi1 e ATEi2, rispettivamente cava Cornello e cava Vaiolo Bassa, che, insieme allo stabilimento dei forni in località Arcione, minacciano l’uso pubblico e la fruizione di larga parte del Magnodeno forse ancor più di Vaiolo Alta?

In altre parole, ci pare del tutto insufficiente che il Comune disponga oggi della sua autorevolezza politica e amministrativa sul ripristino dell’area di Vaiolo Alta quando, in fase di pianificazione del territorio, non si va ad interrogare anche sul destino di tutta l’area del Magnodeno ad oggi interessata dall’escavazione, e dunque anche ATEi1 e ATEi2; aree ancora più vicine all’abitato cittadino e dominate dalla presenza di forni delle cui criticità ambientali e per la salute anche il Comune dovrebbe iniziare a interessarsi.

Vogliamo ricordare che anche per ATEi1 e ATEi2 la scadenza attuale all’escavazione è sancita dal piano cave: anno 2034.

A fronte della lettura di questa delibera che sarà oggetto della Commissione V del prossimo 3 giugno, il nostro timore è che, al di là delle parole e delle delibere su Vaiolo Alta, il Comune non abbia la forza di vincolare la totalità dell’area del Magnodeno, in fase di elaborazione di Piano di governo del territorio, ad un uso pubblico e non produttivo-estrattivo. Mentre è chiaro come una presa di posizione in questo senso precluderebbe qualsiasi proseguo dell’escavazione nella totalità di quell’area dopo il 2034.

Purtroppo, a fronte della cronaca in tema di escavazione degli ultimi mesi, sembra quasi un diversivo sentire dire oggi che nel 2034 Vaiolo Alta tornerà alla comunità, quando con altissima probabilità ulteriori 13 anni di escavazione su quel sito porteranno a esaurire il materiale cavabile in Vaiolo Alta... Ma non di quello presente qualche manciata di metri più in basso.

Vaiolo Alta è una parte e ci chiediamo chi garantirà, se non -e in primis- la politica cittadina con lo strumento del PGT, che finito di cavare a Vaiolo Alta si smetta anche sul resto del Magnodeno?

Il comitato “Salviamo il Magnodeno” spera che sia solo una “svista”, se così la volessimo chiamare, e chiede che la Commissione V possa autorizzare il Consiglio Comunale a vincolare all’uso pubblico ANCHE gli altri siti estrattivi sul Magnodeno, a garanzia che la fine dell’escavazione non sia localizzata ma generalizzata.

Smetterla con l’escavazione a Vaiolo Alta ma continuare a pochi metri di distanza, minacciando aree come Carbonera e Neguggio, togliendo nuovo suolo pubblico ai cittadini, pare una presa in giro neanche troppo ben confezionata ai danni dei cittadini di Lecco e del loro futuro.

Non vorremmo mai trovarci seduti a un tavolo a giocare al gioco delle tre... cave!

Comitato "Salviamo il Magnodeno"

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