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Chiusure in 'viale', gli esercenti: “Comprensibile, ma sbagliato. Noi vogliamo aiutare”

È il presidente Fipe Marco Caterisano a rendere nota la posizione: "Comprendiamo la drammaticità della situazione, ma chiediamo che non vengano colpiti sempre e solo i locali"

Comprensibile si, sbagliato pure. È, in sintesi, il pensiero degli esercenti lecchesi in merito alle chiusure forzate di "Mojito Caffè" e "Bonsai sushi bar" eseguite in viale Turati durante l'ultimo fine settimana. La situazione complicata che da diversi mesi si sta registrando in alcune parti della città (quest'estate in centro, nelle ultime settimane nella zona di viale Turati) ha prodotto negli scorsi giorni una nuova ordinanza del Comune di Lecco - che limita la vendita e il consumo di alcol - e nuove chiusure di bar da parte della Questura, in questo caso proprio nella zona di Viale Turati a Lecco.

“Chiudere è sbagliato”

“Siamo consapevoli e comprendiamo a pieno la drammaticità della situazione - ha commentato il presidente della Fipe Lecco, Marco Caterisano - Questa escalation di violenza non ci lascia indifferenti né come cittadini né come operatori del settore. La sicurezza e il decoro sono da sempre dei prerequisiti che riteniamo indispensabili anche per le nostre imprese. Comprendiamo che si sia deciso di intervenire con fermezza anche per dare un segnale forte ai cittadini e a chi frequenta Lecco. Fatta questa doverosa e convinta premessa, riteniamo però che la modalità scelta sia sbagliata: la chiusura dei locali, che nella stragrande maggioranza dei casi sono anch'essi vittime della situazione, è solo la soluzione più facile per cercare di risolvere una emergenza. Ma di certo non la più efficace. Chiediamo che la risposta non sia sempre e solo quella di penalizzare i pubblici esercizi, soprattutto quelli che lavorano in modo corretto”.

Il presidente Caterisano, in rappresentanza degli esercenti, ha aggiunto: "Come operatori e imprenditori vogliamo continuare a fare la nostra parte. Da parte nostra c'è la massima disponibilità e vogliamo dare una mano, però vorremmo evitare di subire punizioni o discriminazioni solo perché svolgiamo un lavoro che comprende anche vendere e servire alcolici nel rispetto della legge".

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