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Anche i lecchesi letteralmente stregati dalla "Città dei balocchi"

La manifestazione lariana è un successo anche da noi. Foto e post da Como spopolano sui social network, con annesso lo stesso quesito: «Perché a Lecco no?»

Sembra strano, ma è così. I lecchesi sono stregati da un evento comasco. La "Città dei balocchi", promossa e sostenuta dal Comune di Como con Fondazione Cariplo, e patrocinata da Provincia di Como e Regione Lombardia, anche quest'anno è un successo clamoroso in termini di pubblico, promozione e ritorno turistico. E fra i lecchesi è diventata ormai un tormentone, un "must", un'esperienza da vivere assolutamente, prima o dopo Natale.

La manifestazione natalizia del capoluogo lariano nel 2018 celebra la 25^ edizione. Nata come iniziativa per i bambini e le famiglie, nel corso degli anni la "Città dei balocchi" è assurta ad attrazione di carattere internazionale, capace di richiamare a Como più di un milione di visitatori (a edizione) affascinati dalle luci che colorano il centro e dalle numerose iniziative in cartellone. In particolare, animare la città nelle ore serali si è trasformato in un eccezionale rilancio economico, culturale e turistico del territorio in un periodo, l'inverno, in cui il Comasco ha sempre sofferto. In 44 giorni di eventi, inoltre, viene riservato grande spazio alla solidarietà e al sociale.

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Nelle ultime settimane anche ai piedi del Resegone si fa un gran parlare della Città dei balocchi. I social network sono letteralmente invasi da foto e post di lecchesi affascinati dalla vicina - e spesso osteggiata per motivi campanilistici - Como, con quesiti e confronti sarcastici di questo tenore: «E Lecco dov'è?», «perché a Como sì e a Lecco no?», «a Lecco mai niente».

Al netto delle sterili e immancabili polemiche da social, lo spunto è interessante, poiché il contrasto fra le due realtà risulta piuttosto evidente. Impossibile trovare il nostro capoluogo - in cui persino il mercatino natalizio in piazza diventa un problema - così animato in orario serale. E un milione di visitatori in quaranta giorni, nonostante l'espressione "rilancio del turismo" sia sulla bocca di tutti da anni, rimane un miraggio nella nebbia. Ciò non significa, sia chiaro, che abbia ragione il partito di «A Lecco non c'è mai niente», perché, semplicemente, non è vero. Le iniziative non mancano ed è sufficiente consultare la nostra seguitissima sezione eventi. A mancare è, piuttosto, qualcosa delle dimensioni della "Città dei balocchi".

In questo confronto va sottolineato, per non cadere nel tranello di banalizzare, come l'iniziativa comasca sia nata grazie al contributo di numerosi privati attraverso il Consorzio Como Turistica. Perché non serve soltanto l'azione pubblica - in questo caso in veste di cofinanziatrice e supervisore - a promuovere un'iniziativa di successo, ma anche l'attitudine di un territorio e il suo spirito imprenditoriale (e in questo caso ludico). E, non ultima, la capacità di saper gestire le problematiche: la Città dei balocchi, ad esempio, porta con sé il congestionamento del traffico in entrata e in uscita da Como. Ma forse, sul piatto della bilancia, non è questo a vincere.

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