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Magnodeno, nasce il Comitato "No Cave": «L’escavazione va interrotta subito, immediatamente!»

Martedì 8 settembre si è tenuta la serata pubblica con i candidati sindaco: «L’allargamento della cava di Vaiolo Alta porterebbe le escavazioni a proseguire fino al 2035»

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LeccoToday

La serata pubblica “Salviamo il Magnodeno” di martedi 8 settembre organizzata nel cortile del circolo cooperativo Libero Pensiero di Rancio dal collettivo “Venerdì Sera sono -al- Libero” ha dato ampio spazio ai candidati politici lecchesi per esprimersi sull’allargamento dell’escavazione della cava sopra Maggianico. Noi, costituendo Comitato No Cave, vogliamo sottolineare gli esiti politici dell’assemblea stessa ed esprimere chiaramente la nostra posizione dopo aver preso atto delle posizioni emerse: l’escavazione va interrotta subito, immediatamente!

L’allargamento della cava di Vaiolo Alta porterebbe le escavazioni a proseguire fino al 2035. E’evidente quanto sia rilevante la partita per il futuro della città. Nonostante questo, i presenti invitati candidati sindaci e consiglieri non hanno voluto esprimere una chiara presa di posizione in merito. C. Valsecchi e C. Pattarini sono apparsi addirittura favorevoli al netto di una, personale, valutazione costi-benefici o a fronte di altre eventuali rivalorizzazioni. Il ruolo centrale sul fronte cave spetta, ad onor del vero, alla Provincia ma nonostante questa posizione, il comune capoluogo, sede dei siti estrattivi, potrebbe volere esprimere la sua posizione. Invece no. Ruolo provinciale, assenza comunale. Strano per una posizione nemmeno “competente”. Il secondo, di Maggianico, ha invece sostenuto l’inevitabilità della cava a fronte di una montagna altrimenti non valorizzata da escursionismo e agricoltura. Strano immaginarla visto che gli unici terrazzamenti al momento sono quelli estrattivi più che quelli agricoli. Il candidato e amministratore Dossi ha preferito, di fatto, scostare l’attenzione su altri temi. Forse troppo sorpreso dagli argomenti della serata. Gli altri delegati del candidato Sindaco Gattinoni sono apparsi assenti o silenziosi. Tutti troppo subordinati per prendere una posizione, anche fosse solo di stampo elettorale. Non c’era Ciresa ma si sa che la sua coalizione aveva votato a favore in provincia nel 2015 e pure in Regione nonostante in Comune avesse propagandisticamente votato contro. Solo il candidato dei 5 Stelle Fumagalli si è espresso a favore della completa cessazione della escavazione, partecipando poi al sopralluogo domenicale del 13 (a cui era presente anche Pattarini) ma è chiaro il suo ruolo “marginale” sulla vicenda.

Il nodo di fondo rimane quello del lavoro. L’insistenza sul reddito che la cava offre. Il lavoro estrattivo, prevalentemente in riduzione e non locale, è per definizione provvisorio e precario. Lo è su tutto il globo. Solo qui a Lecco, la triplice sindacale può pensare che un sito estrattivo sia a tempo indeterminato. Cavare sarebbe un lavoro a tempo indeterminato solo se i termini di cessazione dell’escavazione non finissero mai. O non fossero mai noti. Eppure ci chiediamo: è prevista la fine della cava?

Tanti poi i temi ambientali implicati: i due forni che sopra le nostre teste bruciano il calcare liberando in aria una quantità di anidride carbonica addirittura ben maggiore del forno di Valmadrera. Forni che subiscono un regime di controlli più blando rispetto al più noto inceneritore della zona, destinato ai rifiuti, ma che bruciano carbone e hanno bruciato pet-coke negli ultimi 10 anni. Nessuno lo sapeva e nessuno ha ritenuto necessario esprimersi. A Valmadrera, quantomeno, alcuni danni vengono economicamente riconosciuti al Comune. A Lecco potremmo chiedere gli arretrati anziché tacere per non-competenza amministrativa!

Ancora: la cava giace al centro di un bacino idrogeologico. Ne nasce il povero torrente Tuff, incolpevole, prosciugato quando serviva e strabordante nelle strade (sentieri comunali) con acque reflue immonde. Pochissime le informazioni per quanto riguarda la gestione delle specie botaniche o animali della zona. Il tutto accompagnato dalle mire espansionistiche dell’azienda con l’acquisto di terreni verso campo de’ Boi e Neguggio; la notissima Madonnina è stata acquistata da Unicalce (che cava sul Magnodeno con Fassa Bortolo e Dolomite Colombo). L’inquinamento acustico che viene considerato lieve malgrado si brillino mine tutti i giorni. Infine, solo per questioni di ordine, il tanto osannato rispristino ambientale. Ci è certamente difficile pensare a delle famiglie fare i pic-nic sui gradoni di 6 metri di Vaiolo Alta ma risulta inaccettabile leggere che tali lavori inizieranno solo a fine degli scavi.

Pensiamo che si debba prendere coscienza e conoscenza di questa situazione. Ne và della qualità dell’aria, dell’acqua, della terra del territorio e della sua capacità di non dissestarsi. Chiediamo a chi ha cuore la montagna e pensa che sia stato già fatto abbastanza di esprimere il proprio dissenso. A tutta la Città, chiediamo una ragionevole domanda: “Quando avrà fine la cava?”.

Questa escavazione non s’ha da fare, né ora né MAI.
Scrivi a: cavemagnodeno@gmail.com

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