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Lo smog crolla, azzerati gli incidenti, la gente si fa forza: l'altra faccia dell'emergenza

Nella situazione più tragica degli ultimi decenni, paradossalmente si registrano situazioni incoraggianti che non potranno essere snobbate alla fine di questa grande crisi

Il momento è fra i più drammatici che ci siamo trovati ad affrontare nel corso delle nostre vite. Sicuramente il più tragico, perché ogni ora c'è chi perde amici o famigliari a causa di un male fino a poco tempo fa sconosciuto. Le limitazioni attualmente in atto hanno cambiato, seppure temporaneamente, la linea delle nostre esistenze. La compagna delle nostre giornate, che ci sfiora la mano anche se vorremmo tenerla a quel famoso metro di distanza, è la paura. La pandemia di Covid-19 è un fatto epocale che non avremmo mai pensato di dovere affrontare.

L'alba surreale di Lecco nella seconda domenica di blocco per il Coronavirus

Vorremmo scrivere quanto a Lecco la situazione sia "migliore" di altre realtà, ma non sarebbe il termine corretto. I numeri dicono che è soltanto più contenuta, forse anche per una questione di proporzionalità territoriale. In questi giorni si susseguono messaggi positivi, di speranza, catene di Sant'Antonio che portano la gente ad accendere candele, ad affacciarsi al balcone e cantare una canzone tutti insieme. E pazienza se l'intonazione è carente. Non serve.

Forse, visto da una prospettiva, tutto questo è addirittura retorica. Perché a fine giornata ci troviamo costretti a tracciare il freddo, quasi disumano bilancio di contagiati, ricoverati, pazienti gravi e morti. Qualcuno di noi perde e perderà ancora persone care. Ma cercare serenità anche dove latita è allo stesso tempo una virtù che sa temprare l'animo nelle difficoltà. E all'ottimismo non possiamo sottrarci noi giornalisti e tutti gli organi di informazione chiamati a raccontare alla gente come effettivamente stanno le cose. Con i numeri, cercando di evitare toni eccessivi e psicosi pericolose, ma anche con la capacità di analizzare le situazioni. Giungendo a riflessioni amare, sì, ma significative.

Il paradosso: Pm10 ai minimi, l'aria è salubre

Dopo una settimana di limitazioni ai movimenti delle persone, per via dei Decreti del presidente del Consiglio dei ministri, si stanno verificando anche alcune situazioni positive. E non possiamo non rimarcarlo. Non sarebbe giusto. La prima riguarda l'inquinamento atmosferico. È sufficiente cliccare il sito di Arpa per accedere ai dati pubblici delle rilevazioni sulla qualità dell'aria in Lombardia. Dalla fine di febbraio, ovvero da quando sono chiuse scuole e università, e alcuni lavoratori hanno adottato formule di smart working, i livelli di Pm10, polveri sottili, sono crollati. Dall'8 marzo a oggi praticamente azzerati. L'intera regione è caratterizzata dal colore verde che significa aria buona. Sembra quasi un paradosso, già, mentre la Lombardia è messa in quarantena da un virus che colpisce le vie respiratorie e i polmoni. Eppure è un dato che va sottolineato. Quante volte noi stessi giornalisti scriviamo articoli titolati "Smog, livelli alle stelle" e simili? Allo stesso modo, ora scriviamo ciò che era prevedibile ed è sotto gli occhi di tutti: una settimana di restrizioni agli spostamenti e lo smog sulla regione più inquinata d'Europa è crollato. A che prezzo, si dirà. Certo. Non c'è affatto da esultare, ma crediamo sia necessario tenerlo in considerazione per il post, per quando l'emergenza sarà finita.

Azzerati gli incidenti

Un altro dato emblematico, oltre che "storico", riguarda il numero di interventi del 118. Tra sabato e domenica a Lecco la centrale operativa di Areu non ha segnalato alcun intervento "ordinario", ovvero non dovuto all'emergenza Covid-19. Francamente, a memoria, non si ricorda un così lungo periodo senza un'uscita. Le restrizioni hanno azzerato incidenti, cadute in strada o montane, persino i malori. E non possiamo che esserne sollevati, essendo in questo momento i pronto soccorso lombardi già in enorme sofferenza. Significa anche che, nella quasi totalità, la risposta di Lecco all'invito a non uscire di casa è stata convincente (e lascia sperare nella lotta al contagio).

Le persone continuano ad affacciarsi al balcone a cantare, ogni tardo pomeriggio. L'ultimo appello è giunto dal sindaco di Santa Maria, Hoè Efrem Brambilla, che ha invitato i concittadini a suonare strumenti (o console da dj) e cantare questa sera, alle 19.30. Come nel video che vi proponiamo sotto all'articolo, c'è chi lo fa persino sul tetto di casa. Si cerca qualsiasi cosa possa strappare un sorriso o un abbraccio, anche se virtuale. Per far sì che lentamente, seppure a un prezzo che sarà molto alto, la paura lasci la nostra mano e torni a rispettare quella maledetta distanza di sicurezza.

La musica sui tetti

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